Segrate, Sinistra Italiana: a noi non danno l’EMA agli altri diamo gli scali

A NOI NON DANNO L’EMA, AGLI ALTRI DIAMO GLI SCALI | Fiorello Cortiana – ArcipelagoMilano

Dopo l’esito del sorteggio per l’assegnazione della Agenzia Europea del Farmaco assistiamo alla classica reazione all’italiana dopo un insuccesso. Si passa dal commento di Gentiloni sulla ‘Beffa’, alla richiesta di Salvini perché il Governo blocchi il contributo italiano alla Comunità, fino alla sindaca di Roma Raggi per cui “Roma avrebbe avuto più chances”, perché poi? A saperlo … A Milano sé dìs “offellèe fà el tò mestèe”. Da noi, come sempre, gli insuccessi sono colpa degli altri. Io credo che Milano non debba perdere tempo in questa inutile ricerca: non si è mai pianta addosso, né dopo la peste né dopo le bombe e non lo farà certamente ora.

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Il mancato arrivo dell’agenzia costituisce invece una opportunità per riflettere sul ruolo, sulla identità e sulla funzione di Milano città metropolitana. Se è sciocco affidare alle probabilità di un sorteggio le funzioni internazionali da attrarre nelle nostra città è anche demenziale affidare a un fondo internazionale la disponibilità di un milione e duecentocinquantamila metri quadri di scali FS dismessi.

È tempo che la città e la sua rete di comuni ritornino protagoniste del proprio destino evitando di essere un supporto inerte: palcoscenico per bolle speculative internazionali. Quali funzioni allocare e dove, nel villaggio globale dell’economia della conoscenza, sono le prerogative costitutive di una politica pubblica capace di futuro.

Come è possibile non esercitarle e non farlo attraverso la partecipazione informata al processo deliberativo di tutti gli stakeholders, sociali e istituzionali, metropolitani? Se non vogliamo affidare la nostra capacità attrattiva alla sorte, piuttosto che alla valutazione di un fondo speculativo finanziario, dobbiamo lavorare sui fondamentali della competizione internazionale.

Il WSIS, il Summit delle Nazioni Unite sulla società della informazione, ha definito condizioni strategiche l’accessibilità e l’apertura della rete digitale. Perché, a tutt’oggi, la banda larga disposta dalla Provincia e ora dalla Città Metropolitana non vede la partecipazione, alla gestione e allo sviluppo, dei suoi 134 comuni? Com’è messa la rete del trasporto pubblico locale? Disponiamo di una tariffa integrata metropolitana, combinata con posto auto alle stazioni locali, ai capolinea, fino al bike sharing? La M4, che finalmente arriverà a Linate, perché attraversa il centro e non si prolunga a Paullo e a Cesano Boscone?

Perché non sistemare e potenziare le strade esistenti – metà delle Case Cantoniere sono state chiuse – invece di continuare a proporre nuove tangenziali esterne? Perché una maggioranza, ampia e assolutamente trasversale, dei 61 sindaci del Parco Agricolo Sud, il più grande, catalizzato e fecondo d’Europa, ha approvato lo stralcio di 100.000mq di terreno a verde agricolo nel comune di Vignate, per ampliare un centro intermodale situato a pochi chilometri dall’interporto, esistente, finanziato e sottoutilizzato, di Segrate?

Perché considerare i comuni della Città Metropolitana come la periferia e la pattumiera di Milano? Come si può continuare a non capire che per produrre valore occorre dare corpo ad un sistema territoriale dotato della combinazione qualitativa di più fattori: infrastrutture, ambiente, offerta formativa, ricerca, comunità sociale, amministrazione, partecipazione pubblica, servizi?

Dopo la Cerchia dei Navigli, dopo le mura spagnole, dopo le circonvallazioni, ora la dismissione degli scali FS, il dopo Expo, Città Studi e il possibile completamento della Circle Line ferroviaria costituiscono l’occasione per pensare al capoluogo metropolitano come protagonista di un nuovo urbanesimo. Nessuna perdita di tempo per piangersi addosso ma sguardo lungo e passi ben distesi, per questo quell’Accordo di Programma sugli ex scali FS va ripensato.

Fiorello Cortiana

A NOI NON DANNO L’EMA, AGLI ALTRI DIAMO GLI SCALI | Fiorello Cortiana – ArcipelagoMilano