Manifestazioni in aumento. Sesto resiste ai “fasci” e sostiene la Banda degli Ottoni a Scoppio

Periodo d numerose manifestazioni e proteste in Lombardia.

Sabato  in zona Milano e hinterland  ne sono state organizzate addirittura tre: una contro la dittatura americana in  Venezuela, una contro il razzismo a Melegnano,  un’altra per sostenere il comune di Cologno Monzese.

Gli ” umani” di Milano si sono divisi; e in molti hanno partecipato contro le derive di destra e a difesa della società civile.

Bandiera della pace a Cologno Monzese

 Le associazioni e i partiti “umani”, insomma le persone civili,  di Sesto San Giovanni si sono molto adoperati sabato. L’impegno è continuato pure domenica, visto che a Sesto Rondò, CasaPound ha organizzato un nuovo banchetto per raccogliere  firme per presentarsi alle europee. Le elezioni europee non sono cosa da poco, decidono la direzione politica della UE, di cui siamo stati fondatori, decenni fa.

Il NO di Sesto a CasaPound
Il NO di Sesto a CasaPound

Domenica mattina, tramite più che altro un riuscito passaparola, quindi niente di eclatante e ufficiale, decine di persone si sono riunite dal lato opposto del banchetto dei,  per fortuna, ancora “pochi” rappresentanti di CasaPound. Non è mancato manco il servizio d’ordine con due belle camionette dei Carabinieri, che domenica mattina erano probabilmente  in straordinario. Non sappiamo esattamente come funziona, ma i “pubblici ufficiali” presenti in piazza  erano un bel gruppetto armato. Ci auguriamo che il festivo venga ben pagato.

Il messaggio della società civile sestese è stato che Sesto resiste al fascismo, e alle discriminazione di qualunque tipo. Sesto medaglia d’oro al valor militare non ha ancora morti che sono morti invano. La memoria storica va rispettata, non rivisitata o reinventata dal politico del momento attaccato alla poltrona, che utilizza le “identità” a suo piacimento, senza rendersi conto di quanto questo sia pericoloso per una comunità. Non si tratta di buonismo, o di una serie di nozioni elencate. Parliamo di “pensiero”, di meccanismi che sono teoria generale di tutti quei conflitti che da sempre hanno caratterizzato l’umanità. Quanti? Impossibile contarli.

Presente all’appello antifascista di domenica mattina a Sesto San Giovanni  anche la Banda degli Ottoni a scoppio, che ha suonato per l’umanità e la solidarietà tra uomini.  La società civile sestese dà tutta la solidarietà alla Banda che in questi giorni è oggetto di duri attacchi a causa del decreto Salvini.

Banda degli Ottoni a Scoppio

La Banda che si è sempre contraddistinta per comunicare un messaggio di pace attraverso la musica, potrebbe non poter più partecipare alle iniziative dove hanno da sempre portato la loro solidarietà.  La situazione è da tempo degenerata e domani 26 febbraio, due musicisti della Banda musicale, badate bene non quella  “della Magliana”, saranno giudicati in tribunale,  a causa della “violenza inaudita” di una grancassa al collo e di un sassofono. I “gravi” fatti risalgono al 7 dicembre del 2014, fuori dalla prima della Scala. Si tratta di un grande evento musicale che accoglie vips e personalità politiche che avranno utilizzato tutta la giornata e non solo per sarti,parrucchieri, estetisti, etc.    

Si sa che l’evento è anche un momento di protesta “democratica” da parte di chi  a imbellettarsi tutto il giorno forse non ci vuole stare.  Fatto sta che a tre anni esatti da quel 7 dicembre e proprio durante la stessa manifestazione, due “pericolosi” membri della Banda, hanno ricevuto, dai comunque stipendiati della Digos una notifica verbale per il ritiro di una denuncia scritta.  Capo d’accusa: resistenza aggravata a pubblico ufficiale e favoreggiamento personale.  Insomma il clima sta precipitando già da un po’, e ora andiamo verso il baratro. Non per fare i catastrofisti, ma perché ad essere minacciato è il “pensiero” che dallo Stato di natura, verso diversi e tortuosi percorsi,  ci aveva portato alla democrazia.

Appello della Banda degli Ottoni a Scoppio

La Banda degli Ottoni a Scoppio invita tutti domani, dalle ore 10.00, di fronte al Palazzo di Giustizia di Milano, per solidarizzare con chi da più di 30 anni utilizza la musica per  comunicare messaggi di non violenza.

La redazione