Biglietto urbano di Milano a 2 euro: solo un grave danno per i cittadini

E’ ormai notizia risaputa che il Comune di Milano vuole aumentare il biglietto urbano ATM, DA 1,50 a 2 euro, da gennaio 2019. Cosa che oltre a creare un disagio ai cittadini, che di questi periodi, non navigano certo “nell’oro”, vista la precarietà dilagante delle condizioni di lavoro, favorirebbe una disincentivazione dell’uso dei trasporti urbani, con relativo aumento del traffico e dell’inquinamento, con un aumento dei problemi di salute legate a questo. Una situazione che, spiega sinistraxmilano, di cui riportiamo l’interessante analisi: “Alla lunga può costare più dei 50 milioni di euro che il Comune di Milano ha necessità di recuperare a seguito della riduzione – o del mancato aumento proporzionale – dei trasferimenti dallo Stato e dalla Regione: negli ultimi anni, infatti, il Comune di Milano ha aumentato i km di trasporto pubblico locale senza che, a fronte di tale aumento, vi sia stato un incremento dei trasferimenti dal centro”. Continuano i relatori che: “Quello che serve sono politiche – anche tariffarie – che oltre a disincentivare l’uso saltuario dei mezzi (e l’aumento del prezzo della corsa singola può andare in questa direzione) favoriscano l’uso costante (abitudinario) dei mezzi pubblici. E che rendano meno conveniente l’uso dell’auto.
In altre parole, non è pensabile aumentare il costo degli abbonamenti che, anzi, dovrebbero essere gradualmente ritoccati al ribasso”. 
Relazione- 15 ottobre 2018.
Era lo scorso mese di dicembre quando, incontrandoci per un’assemblea dedicata ai temi della mobilità e dell’inquinamento, mettevamo nero su bianco alcune proposte che – percorrendo piazze e municipi e attraversando i mesi e le settimane che ci separano dal 2021 – guardavano a una città con sempre meno auto.
Proposte che parlavano di tariffazione per l’ingresso in città, di aree pedonali diffuse e di scuole car free, con l’obiettivo di costruire un modo diverso di vivere e fruire la città e una cultura nuova della mobilità.
Obiettivi che diventano oggi ancora più urgenti a fronte della scelta-necessità del Comune di Milano di aumentare il biglietto ATM, portandolo da 1,50 EUR a 2 EUR.
Un aumento che chiama in causa il tema, ampio, della sostenibilità ambientale delle politiche del trasporto pubblico, aspetto che – per quanto non immediatamente tangibile – non può passare in secondo piano rispetto alla sostenibilità economica delle aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale.
Un trasporto pubblico locale capillare ed efficiente, infatti, soprattutto se abbinato a politiche che, agendo su piani diversi, disincentivano l’uso dell’auto, può contribuire a ridurre il traffico automobilistico privato, riducendo il traffico e, con esso, l’inquinamento atmosferico e le sue conseguenze nefaste per la nostra salute.
Perché, se far funzionare una rete di trasporto pubblico in espansione costa, anche l’inquinamento costa.
E tanto – anche se le esternalità ambientali non sono mai contabilizzate. Probabilmente costa molto più dei 50 milioni di EUR che il Comune di Milano ha necessità di recuperare a seguito della riduzione – o del mancato aumento proporzionale – dei trasferimenti dallo Stato e dalla Regione: negli ultimi anni, infatti, il Comune di Milano ha aumentato i km di trasporto pubblico locale senza che, a fronte di tale aumento, vi sia stato un incremento dei trasferimenti dal centro.
C’è però un altro costo: il costo indiretto del traffico privato, con il suo carico di inquinamento e di intasamento della città. Secondo dati OCSE risalenti al 2015, le morti premature legate all’inquinamento costano all’Italia il 5,3% del PIL (contro una media OCSE del 3,5%) e se l’Italia, con i suoi oltre 90.000 decessi all’anno legati all’inquinamento è tristemente in testa a questa lugubre classifica europea, Milano e il suo hinterland hanno, purtroppo, il primato nazionale delle morti causate dal particolato fine. Un’emergenza – ambientale e per la salute – quella legata all’inquinamento, che, nonostante i ripetuti e ormai costanti allarmi, non è mai stata affrontata in modo strutturale e che rischia di aggravarsi se l’aumento del biglietto ATM non sarà compensato da incentivi veri all’uso dei mezzi pubblici.
Quello che serve sono politiche – anche tariffarie – che oltre a disincentivare l’uso saltuario dei mezzi (e l’aumento del prezzo della corsa singola può andare in questa direzione) favoriscano l’uso costante (abitudinario) dei mezzi pubblici.
E che rendano meno conveniente l’uso dell’auto.
In altre parole, non è pensabile aumentare il costo degli abbonamenti che, anzi, dovrebbero essere gradualmente ritoccati al ribasso.
Continua:https://sinistraxmilano.org/blog/gli-aumenti-atm-non-convincono-proponiamo-un-bilancio-ambientale-e-un-confronto-pubblico/?fbclid=IwAR2gZkcSkPwbF5VvAUOGqjzV