Sesto, la fabbrica della città: solo chiacchiere e carriere

La Fabbrica della Città 

Solo chiacchiere e carriere

Dal susseguirsi di comunicati con cui da venerdì sera la città ha visto sgretolarsi l’alleanza di governo tra la destra di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega e il cosiddetto Polo civico di Sesto nel cuore, con le dimissioni dell’assessore Tittaferrante e poi del vicesindaco Caponi, sono risultate evidenti alcune verità:
primo, che un conto è fare discorsi in consiglio comunale, dai seggi dell’opposizione, e un altro è governare: in questi nove mesi, a parte i Daspo e la relativa torta verde-lega, non un obiettivo è stato raggiunto da questa amministrazione, il cui operato è stato non solo sconfessato dai cittadini in più occasioni – dalla ventilata chiusura di Piccoli e grandi alla chiusura vera del nido XX settembre all’aumento delle rette per i Centri estivi allo sfratto di alcune associazioni storiche – ma anche dal Tar che in una sua recente sentenza ha bocciato la delibera che blocca la costruzione della moschea, cosa di cui il sindaco fa bellamente finta di non ricordarsi nel suo comunicato.

Una cosa è raccogliere le firme dall’opposizione contro il degrado, come aveva fatto a suo tempo Sesto nel cuore, una cosa è in 9 mesi, con le deleghe ai lavori pubblici e alle pari opportunità in mano a Caponi e Tittaferrante, non riuscire neppure a portare a termine la rigenerazione di via Del Riccio, e del relativo sottopasso, per la quale sono già presenti sponsor e progetto, predisposti dalla passata giunta.

Secondo, che questa alleanza è nata non per il bene della città, che molti degli attuali assessori neppure conoscevano prima dello scorso anno, quanto per “espugnarla”, come il sindaco ha detto spesso in modo volgare, e farne il proprio trampolino di lancio per successive carriere politiche, come scrive in modo esplicito Di Stefano nel suo comunicato. Così la nostra città è di fatto ostaggio di logiche di partito nazionali, Forza Italia contro Lega contro Fratelli d’Italia, in cui Sesto nel cuore ha fatto, come era logico, la fine del vaso di coccio tra vasi di ferro.

La nostra Sesto trascinata in questo modo in una continua ed estenuante rissa elettorale e lasciata priva di un vero governo della città che si prenda cura di bisogni, realtà e progettualità nuove.

In questi mesi nessuno, né della destra né di Sesto nel cuore ha ricercato davvero un dialogo autentico con cittadini e cittadine, utili soltanto come sfondo per le ormai insopportabili foto di propaganda in cui la giunta Di Stefano si fa bella di cose fatte in realtà dalla giunta precedente, come la ristrutturazione della “casa di plastica” o la Città della ricerca e della salute, su cui, è sempre bene ricordarlo, l’allora consigliere di opposizione Di Stefano votò contro.

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