Sesto: La Città che vogliamo

La Fabbrica della città, Partito della Rifondazione comunista, Possibile e Sinistra Italiana organizzano:
LA CITTA’ DEL NOI, LA SESTO CHE VOGLIAMO
Per un nuovo welfare, più giusto, inclusivo e solidale

Venerdì 17 maggio 2019, dalle ore 18 alle 22, presso la sala Talamucci della
Biblioteca civica di Sesto San Giovanni, ci sarà una serata di incontro, riflessione, condivisione e dibattito su uno dei temi più importanti per la vita di tutte e tutti nella città: il welfare, ossia il sistema di servizi alla persona che accompagna e si prende cura di ciascuno, secondo i suoi bisogni e la sua età.

Dalla qualità del welfare dipende la qualità della vita delle persone e quindi la loro possibilità di realizzarsi e avere una vita dignitosa e felice.
Sesto è sempre stata una città attenta alla qualità dei servizi sociali, ha saputo nei decenni passati sperimentare, nel settore della prima infanzia e non solo, dialogando con le Università dove si fa ricerca e con le realtà del Terzo Settore impegnate su questo fronte, la Sesto governata dalla sinistra, la Sesto che vogliamo torni ad essere presto una città aperta al cambiamento, al dialogo, alla solidarietà in nome del benessere di tutte e tutti, a cominciare dai bambini e bambine che sono il nostro futuro.

Per questo la prima parte del convegno sarà dedicata proprio all’infanzia, fase delicata e fondamentale per lo sviluppo delle persone, e di questo parleranno con genitori e associazioni la sociologa Carla Facchini e la pedagogista Giulia Pastori.
Seguirà un momento di socialità con un buffet pensato per piccoli e grandi e infine la seconda parte dell’incontro in cui si metteranno a tema le nuove strategie del welfare generativo con Valerio Pedroni della Fondazione Padri Somaschi e con l’assessore ai servizi sociali Riccardo Mariani che presenterà l’esperienza innovativa del Comune di Lecco, progettata e avviata insieme al consorzio Consolida e all’impresa sociale Girasole, di cui ci parleranno i presidenti, Lorenzo Guerra e Carlo Colombo.

Perché cambiare si può e si deve, nel senso che il welfare deve seguire i mutamenti della vita delle persone, della struttura delle famiglie, della fisionomia delle città, ma occorre innovare con il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, cercando la strada migliore per rispondere ai bisogni e mantenere i costi sostenibili, e soprattutto ricordando sempre che il soggetto dell’azione politica sono le persone e la qualità della loro vita, cosa che nessuno, dal sindaco agli assessori, dell’attuale giunta Di Stefano sembra neppure avere in mente.