Sesto: è mancato Alberto Sandretti

Forse ai giovani dirà poco o niente, ma a chiunque abbia vissuto anche attraverso i ricordi dei genitori, le vicende del dopoguerra a Sesto San Giovanni, non può sfuggire la storia di quest’uomo. Figlio di antifascisti ( il padre consigliere comunale nella prima amministrazione dopo la guerra) intraprese gli studi di filosofia, che terminò a Mosca, dopo un viaggio a dir poco avventuroso. Li alternò gli studi con il lavoro: entrambi gli impegno lo portarono a contatto con il mondo degli artisti, sia ortodossi al regime, che controcorrente, se non addirittura dissidenti, diventando col tempo uno dei più grossi collezionisti di arte russa del Novecento. Il suo gusto per la bellezza non fu però superiore alla sua generosità: oltre che concedere le opere per prestigiose mostre in Italia come all’estero, passando per Sesto San Giovanni, negli ultimi 30 anni il suo cruccio maggiore è stato quello di fare in modo che almeno una parte di queste potessero essere esposte permanentemente a tutti. Due anni fa la nuova Feltrinelli di viale Pasubio ha inaugurato un’esposizione di una parte della ricchissima collezione di manifesti originali che abbracciano un periodo di tempo di oltre sessant’anni. Noi abbiamo avuto l’onore di esporre un anno prima, una piccola ma significativa parte di questi manifesti. Pur essendo lontano da tempo da Sesto SG, sarà sepolto qui , non solo per stare a fianco ai genitori, perché il filo con la sua città è sempre stato più forte di tutto.

Silvio La Corte