Sesto: caro Lanzoni, caro Caponi

CARO LANZONI, CARO CAPONI… 

Sarebbe meraviglioso risvegliarsi vergini e illibati dopo una vita di peccati, si potrebbe ambire alla santità. 
Peccato, cari miei, non esista un Sacra Rota anche in politica che, con un colpo di spugna, cancelli responsabilità e complicità.

Leggo di qua e di là messaggi in cui voi due vi dichiarate contro l’arrivo dei fascisti a Sesto. Leggo di un convegno che parla di questo come di una “ferita”. 
Vi riscoprite antifascisti oggi.
Vi riscoprite antifascisti perché vedete l’antifascismo come una torta di cui volete un pezzo. 
Eppure è strano perché se chi ha permesso l’invasione dei fascisti è lì è, anche e innegabilmente, lì a causa vostra. 
È possibile, come mi risponderà qualcuno, che Di Stefano avrebbe vinto anche senza il vostro appoggio ma questo vi salva da una questione meramente numerica e pone la questione su un piano squisitamente politico.

“Le ragioni di una scelta”, ricordo ancora la pomposità di quel comunicato con cui vi ergevate a salvatori della Patria. 
Ecco, tra quelle ragioni, caro Lanzoni e caro Caponi, quelle che vi spinsero ad allearvi con una coalizione di estrema Destra, con più di un assessore da tutti riconosciuto come fascista, tra quelle ragioni, di preciso, l”antifascismo dove si trovava? 
E, per favore Caponi, non mi tiri fuori di nuovo la questione dei suoi famigliari deportati, ormai l’ha compromessa. Lasciate dormire tranquillo Martin Luther King, ammazzato da razzisti come razzisti sono quelli che siedono in giunta anche grazie a voi. 

Vi alleaste con Di Stefano, cari i miei politichetti, per avere, anche in quel caso, un pezzo della torta ma, mi dispiace, l’antifascismo non è una torta da dividere, è una lotta ed è un valore che o si portano con sé sempre o non li si è condivisi mai. 

Mi risponderete, come già avete fatto, che sono una persona cattiva e che rappresento il passato. Mi rispondere te con attacchi personali perché non avete argomenti politici.

Io vi rispondo con un sorriso. 

A presto.
Anzi, spero di no.

Miche Foggetta