La Ue boccia definitivamente la legge di Bilancio: provocherebbe nuova austerity

Arrivano la bocciatura definitiva, da parte dell’Ue, alla legge di Bilancio prevista dal governo giallo-verde per il 2019, DEF, e l’apertura di una procedura per deficit eccessivo, che comincerà coinvolgendo il debito italiano accumulato nel 2017, l’unico disponibile in consuntivo, applicando l’art 126 del Trattato Ue. Per quanto riguarda il nuovo documento di Bilancio i commissari della Commissione europea ritengono che sia una manovra che non farà altro che peggiorare la situazione degli italiani, portando il paese in una situazione di nuova austerity. Pronta la risposta dai M5s che non sono disposti ad apportare modifiche, ma che procureranno giustificazioni dettagliate a favore della legge. La Lega risponde con le dichiarazioni di Salvini:”Ho sempre detto che, fatti salvi i principi guida su pensioni, reddito, lavoro, partite Iva, se si vuole mettere in manovra di più sugli investimenti io sono disponibile a ragionare con tutti”. “Il debito – ha poi ricordato Salvini – è aumentato di 300 miliardi di euro in 5 anni in base a manovre a cui qualcuno batteva le mani. Se il Paese non cresce il debito sale, se il Paese cresce il debito scende. Sono assolutamente disponibile – ribadisce – a confrontarmi con Juncker, Moscovici o chiunque“. Conclude il leader leghista con una battuta: “E’ arrivata la lettera Ue? Aspettavo anche quella di Babbo Natale“. Insomma tra governo e Ue il conflitto aumenta e siamo sempre più lontani da una sana idea di europeismo e preoccupati per il nostro futuro. Pubblichiamo l’articolo di la Repubblica che illustra la situazione.

La redazione

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MILANO – L’attesa bocciatura alla legge di Bilancio italiana, da parte dell’Europa, è arrivata: la Commissione europea ha definitivamente rigettato il documento programmatico di Bilancio del governo italiano per il 2019 e ritiene a questo punto che “l’apertura di una procedura per deficit eccessivo (cioè un disavanzo che non consente al debito di calare quanto indicato ndr) è giustificata”.
La Manovra, rileva la valutazione adottata oggi, prevede “un non rispetto particolarmente grave delle regole di bilancio, in particolare delle raccomandazioni dell’Ecofin dello scorso 13 luglio”. Il principale rilievo era già stato avanzato a fine ottobre, nella prima – provvisoria – bocciatura: l’Italia ha in programma un peggioramento del saldo strutturale (quello al netto dell’andamento economico di quel periodo e delle voci straordinarie) per il 2019 dello 0,8% del Pil, mentre il Consiglio raccomandava di migliorarlo dello 0,6 per cento. L’esecutivo comunitario ha anche adottato un nuovo rapporto sul debito, quello che fa riferimento all’ormai famigerato articolo 126 del Trattato sulla Ue, spianando così la strada a una procedura che verrà aperta per il deficit eccessivo. Tecnicamente, nel mirino andrà il debito del 2017 – l’ultimo valutabile a consuntivo – per il quale in passato si era chiuso un occhio, a seguito degli impegni alla disciplina di bilancio presi dal governo Gentiloni e che ora sono venuti meno. Formalmente, l’Europa punta il dito contro il disavanzo, che impedisce proprio al debito di scendere. Nelle prossime settimane dovrebbe partire la macchina della procedura.
Nella conferenza stampa di presentazione dei rapporti, il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha criticato la Manovra sostenendo che non fa nulla per la crescita e avrà anzi “probabilmente impatto negativo“. Secondo il titolare della materie economiche, al cui fianco c’era il commissario Pierre Moscovici, la Manovra non persegue il bene dei cittadini italiani, rischiando di aumentare il fardello del debito sulle loro spalle: “Non vedo come perpetrare questa vulnerabilità potrebbe aumentare la sovranità economica. Invece, credo che porterà nuova austerity”. Le stime della Commissione indicano che il debito italiano non scenderà dal 131% del Pil nei prossimi due anni e il lettone ha rimarcato che “la situazione dell’Italia è una preoccupazione comune“. Il francese ha poi sottolineato di aver incontrato il ministro Tria “più volte di quanto io possa ricordare”, ma “non abbiamo ricevuto alcuna risposta alle nostre domande su debito, deficit e crescita: da dove viene la crescita aggiuntiva? Chi pagherà il costo delle maggiori spese?”, si è chiesto. “Continuiamo a credere che questo bilancio abbia rischi per i cittadini, le imprese e i contribuenti italiani: stiamo prendendo decisioni nel loro interesse”.Nel resto d’Europa, dieci Stati sono conformi al Patto di stabilità e crescita, tre sostanzialmente in linea, quattro a rischio: Belgio, Francia, Portogallo e Slovenia. La notizia non arriva certo come un fulmine a ciel sereno, visto che è stata anticipata da una lunga corrispondenza tra Roma e Bruxelles con la richiesta di quest’ultima di modificare i numeri della Manovra, caduta nel vuoto. Come ricostruito da Repubblica nei giorni scorsi, ora l’orizzonte si sposta al 22 gennaio quando la procedura diventerebbe effettiva e comporterebbe la richiesta di pesanti correzioni ai conti pubblici, quantificate nell’ordine di una ventina di miliardi già solo per il 2019. Per il momento, dalla sponda M5s di Palazzo Chigi filtra all’Ansa la volontà di non modificare la manovra, ma offrire una dettagliata spiegazione degli obiettivi e dei parametri contenuti nella legge di Bilancio. Il premier Giuseppe Conte esporrà questi dettagli al presidente dell’esecutivo Ue, Jean-Claude Juncker, nell’incontro previsto per sabato, “al di là dei numerini”. Perché, si ribadisce, “i nostri economisti la ritengono adeguata”. La spiegazione sarà contenuta in un dossier di “tante pagine e molto tecnico”. Lo stesso presidente del Consiglio ribadisce poi di essere sempre “convinto della Manovra e della solidità del nostro impianto economico”. Intonazione più aperta nella dichiarazione pubblica rilasciata dal vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, a margine dell’audizione al Copasir: “Ho sempre detto che, fatti salvi i principi guida su pensioni, reddito, lavoro, partite Iva, se si vuole mettere in manovra di più sugli investimenti io sono disponibile a ragionare con tutti”. Un ragionamento che parte comunque da una posizione netta: “Il debito – ha ricordato Salvini – è aumentato di 300 miliardi di euro in 5 anni in base a manovre a cui qualcuno batteva le mani. Se il Paese non cresce il debito sale, se il Paese cresce il debito scende. Sono assolutamente disponibile – ha aggiunto – a confrontarmi con Juncker, Moscovici o chiunque”. E che non lesina le battute a sminuire la Commissione: “E’ arrivata la lettera Ue? Aspettavo anche quella di Babbo Natale“.Di “rammarico” ha parlato infine il titolare delle Finanze, Giovanni Tria, per il fatto che la Commissione “non ha ritenuto di condividere le ragioni del bilancio programmatico italiano”. Resta però “convinto” che la Manovra “assicuri il totale controllo dei conti pubblici nei limiti della moderata politica espansiva resa necessaria dal rallentamento dell’economia europea ed italiana”.

Fonte: articolo di Raffaele Ricciardi https://www.repubblica.it/economia/2018/11/21/news/manovra_arriva_la_bocciatura_dell_europa-212219613/