Sesto: Ciao Peppino

Oggi abbiamo salutato Peppino. Eravamo in tanti in Comune a Sesto San Giovanni. Una grandissima persona che ci lascia! Sentiremo la sua mancanza ma il fantastico lavoro di ricerca che ha compiuto negli anni sarà certamente utilizzato dall’Aned per continuare a testimoniare gli orrori che il nazifascismo ha prodotto nel ventennio. Un abbraccio alla famiglia di Peppino. Mario Piromallo

Articolo di Redazione – Michele Foggetta

L’ULTIMA RISATA DI PEPPINO VALOTA, UN FIGLIO CHE É DIVENTATO PADRE.

Oggi abbiamo salutato Peppino Valota, meravigliosa, lunga e fitta fitta pagina della storia di Sesto. Al saluto civile tenutosi oggi pomeriggio sotto il Comune tanta gente da ogni dove. Tutta la sua storia nasce dal Peppino bambino, figlio di Guido, portato via tremante sotto gli occhi atterriti della moglie che in dialetto sestese gli dice “io non ti vedo più”. Ed é stato sempre figlio mentre raccoglieva dati e ricostruiva vite di chi non c’era più, tutti vittime uccise dalla bestialità nazista e fascista.

Eppure, in quel vivere da figlio alla forsennata ricerca del papà, ecco che diventava padre non solo della sua bellissima famiglia ma anche di mille altre: di tutte quelle a cui ha dato una storia su cui piangere, di tutti ragazzi e le ragazze che lo hanno ascoltato in silenzio, di tutte le persone che si sono emozionate guardandolo a Steyr, a Gusen o a Mauthausen. E anche di tutta la città di Sesto, anche di chi non lo crede. E oggi col cuore lá, sotto il Comune, c’erano tutti questi figli e figlie di un figlio diventato padre di ognuno di noi. E, ultimo sfizio, al funerale di un uomo che ha fatto dell’antifascismo la propria missione di vita c’erano anche un Sindaco e una Giunta che “beh, il fascismo ha fatto anche cose buone”, “finché Mussolini non ha seguito Hitler…”, “basta con questa storia dell’antifascismo” e anche qualcuno che si é sempre detto fascista.

Avrebbero preferito essere in qualunque altro posto, certo, ma gli é toccato di essere lì perché, piccoli piccoli come sono, non potevano mancare al saluto ad un gigante come Peppino. Che forse all’inizio vedendoli avrebbe storto un po’ il naso ma poi, guardandoli bene, avrebbe fatto quella sua risatina po’ acuta facendosi beffe di loro.

Buon viaggio Peppino, padre di tutti noi, torna ad essere il figlio di un papà perso troppo presto.