Angelo Gerosa, vicesindaco di Penati, ricorda l’amico Filippo

Di Angelo Gerosa

Filippo è stata la persona più coraggiosa, generosa e determinata che ho conosciuto. Era anche molto intelligente e pragmatico, ma questi pregi senza il coraggio, la generosità  e la determinazione non gli avrebbero permesso di essere quel formidabile sindaco che abbiamo conosciuto. Il coraggio anche di imporre scelte invise a parecchi suoi collaboratori come, ad esempio, l’avere avuto al proprio fianco sempre un vice di Rifondazione Comunista con deleghe importanti (per alcuni anni oltre all’urbanistica anche all’edilizia privata, alla casa, al demanio, al lavoro e alla cooperazione internazionale), o il rifiuto di discutere progetti edilizi con volumi privati superiori a quelli sanciti dal PRG.

La generosità con cui non si è mai sottratto agli incontri, ed agli scontri, con i cittadini. La determinatezza con cui ha costretto i “potenti”, della regione, dei ministeri e delle commissioni europee a farsi carico del ricollocamento di tutti, ma proprio tutti, gli ex lavoratori della Falck a sostenere i progetti di rigenerazione urbana. Questo è il Filippo che i sestesi hanno conosciuto e stimato.

Il periodo successivo, in provincia e poi da portavoce nazionale del PD, li ho seguiti da lontano e non posso esprimere considerazioni. Mi limito a osservare che l’imprevista mancata rielezione a Presidente della provincia del 2009 e l’incredibile costituzione di parte civile del PD nel processo che l’ha visto imputato e assolto, fanno pensare che il perfetto equilibrio del periodo sestese fosse andato perso.

Angelo Gerosa, vicesindaco di Sesto San Giovanni, durante la lunga amministrazione di Filippo Penati

L’articolo di Angelo Gerosa per www.audis.it

Sarà pubblicato il 20 ottobre

Di Angelo Gerosa

Filippo Penati, insegnante, presidente di un Circolo familiare (e dirigente di quella costola tipicamente lombarda del movimento cooperativo), padre operaio comunista dell’acciaieria Radaelli, nonno deportato ed ucciso a Mathausen dai nazisti, nel 1985 viene eletto consigliere comunale di Sesto San Giovanni.

Nominato assessore al bilancio e poi all’urbanistica, lavora con lo studio Gregotti Associati alla revisione del PRG e, nel contempo completa i progetti di recupero urbano deliberati in deroga al PRG con le leggi regionali Verga e Adamoli. Esperienza per certi versi contraddittoria, che lo porta a riflettere sulla necessità di una programmazione urbanistica maggiormente efficace e fattibile, che renda superfluo il ricorso alle varianti in deroga.

Nel 1994 accetta la candidatura a sindaco e chiede di subentrargli nell’assessorato all’urbanistica al sottoscritto che, da consigliere comunale di opposizione, aveva contestato le “sue” varianti con campagne di stampa e osservazioni a termini di legge.

La vittoria elettorale avvia una stagione fruttuosa, con l’adozione del PRG nei primi 100 giorni di governo e la sua immediata attuazione, nelle more della tardiva approvazione regionale.

Cambia la città: nuovi parchi nelle periferie, pedonalizzazione delle principali piazze, espropri per edilizia popolare, servizi e verde, restauri delle ville storiche e, soprattutto, rigenerazione delle vastissime aree dismesse dalle fabbriche.

La rapidissima trasformazione delle aree Breda, Garelli, Transider, Falck Concordia Sud, Fola, Ercole Marelli porta, in quasi 1 milione di metri quadrati, nuove industrie e nuovo lavoro, verde, ed anche il recupero dell’archeologia industriale per spettacoli, cultura e luoghi di aggregazione.

Sesto diviene un modello di città ex industriale in trasformazione, con il plauso del commissario UE Mario Monti, lo studio dell’Ocse, il confronto intercontinentale sostenuto dal Ministro Baratta, la costituzione dell’Agenzia di Sviluppo Nord Milano, il concorso internazionale d’idee per il Parco Urbano sulle aree Falck, la candidatura all’Unesco come paesaggio in trasformazione ecc.

In questo quadro, su invito di Dionisio Vianello, con Napoli, Torino e Venezia, viene costituita l’Associazione Aree Urbane Dismesse, che sosterrà il laboratorio sestese con seminari di confronto e visite di studio.

Terminato il secondo mandato a Penati si chiede di riportare la sinistra milanese al governo, sfidando la presidente della provincia Ombretta Colli, che, con Roberto Formigoni in regione e Letizia Moratti nel capoluogo, compone un triangolo politicamente omogeneo.

Vince, e la Provincia dismette i panni di cenerentola nel confronto con capoluogo e regione, divenendo protagonista, soprattutto nel campo del coordinamento urbanistico, della valorizzazione dei parchi, della viabilità, del sostegno ai casi di crisi industriale e dell’edilizia scolastica.

Pur non avendo mai avuto cariche parlamentari o di Governo, assume anche rilievo nazionale, collaborando con i segretari nazionali del suo partito Veltroni e Bersani.

Ma le sorprese non mancano.

Nel 2009, per un pugno di voti (Podestà 50,2%, Penati 49,8%), perde la provincia, e nel 2011 viene sconfitto da Formigoni, che si riconferma governatore della Lombardia.

Il 2011 è anche l’anno dell’accusa di corruzione e concussione che trovano una enorme eco mediatica.

Dopo lunghi anni di indagini, le sentenze del Tribunale di Monza del 10 dicembre 2015 e della Corte d’appello di Milano del 27 settembre 2017 lo assolvono da ogni imputazione.

Nonostante l’assoluzione non torna alla politica attiva e non perdona, al suo partito ed alla giunta della sua città, d’essersi costituiti parte civile nel corso del processo.

Nuova passione la scrittura con i romanzi La casa dei notai e Nemesi pubblicati da Robin Edizioni. Nuovo impegno pubblico la presidenza della squadra sestese Geas Basket femminile, con tanto di promozione in serie A.

L’ultima dichiarazione alla stampa la rilascia dalla sedia a rotelle, su cui è costretto dalla malattia, per rammaricarsi di non essersi impegnato abbastanza, da amministratore, per il superamento delle barriere architettoniche.