A Sesto: “Semo gente de borgata”. A Piazzapulita il premio “civiltà e umanità”

Il “dissesto” di Sesto San Giovanni si fa sempre più visibile. La città è andata pure in prima serata. E’ successo la sera di San Valentino a Piazzapulita, il programma del coraggioso giornalista, Corrado Formigli, che probabilmente prima di festeggiare la festa degli innamorati, su la 7, si è dovuto “fare” due Red Bull.  Ospiti speciali, il sindaco di Sesto Roberto  Di Stefano e la sua “mogliettina” Silvia Sardone, “politica” dai modi cortesi e signorili, esperta di diritto del lavoro, consigliere regionale e ora candidata alla europee. Sesto ha sicuramente guadagnato parecchi punti davanti agli italiani, quelli umani  e solidali.  L’amministrazione, la prima di centrodestra (centro?) sull’onda del caso della scuola di Lodi, chiede a chi fa richiesta di una casa popolare, documenti che attestino di non possedere altre proprietà nei paese d’origine. Cosa che ha una sua logica, non c’è dubbio. Si tratta di documenti che in certi Stati, dove è tutto molto più confusionale e poco democratico, a volte sono impossibili da reperire. La domanda ha questo punto sorge spontanea: è nato prima l’uovo o la gallina?

Roberto Di Stefano e Silvia Sardone a Piazzapulita

Formigli  dedicherà alla ex Stalingrado d’Italia, un’ altra puntata per “l’onere della prova” delle difficoltà burocratiche (pure molto costose) nel procurarsi questi documenti. Nel mentre  il teatrino andato in onda è stato raccapricciante e degno di “Semo gente de borgata” come recitava la canzone, ma la canzone era molto più profonda. 

Conclusioni: i bambini, secondo Sardone strumentalizzati dai “comunisti cattivoni”, vivono in condizioni al limite, con scarafaggi e senza acqua calda e riscaldamento, in case occupate. Replica Sardone, a una madre che si è rifugiata in questa “grotta” con un figlio bisognoso di un trapianto e al freddo e al gelo: “Ma lo sa che occupando sta commettendo un reato?”. 

Certo è, se….. Gesù non avesse avuto il suo riscatto, non avremmo avuto il cristianesimo.

Corrado Formigli

Applausi alla nuova Sesto della legalità, peccato che a farne le spese siano bambini dai tratti indiscutibilmente “esotici” ma dal forte accento milanese. Problemi di identità: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo? La risposta della nostra amministrazione pare chiara: aiutati che Dio di aiuta.

Pubblichiamo il post di Selvaggia Lucarelli, nella sua pagina Face Official, che rimanda a un articolo da lei pubblicato da Il Fatto Quotidiano.  Lucarelli non vive a Sesto San Giiovanni,  ma a quanto pare è rimasta molto colpita dalla “civiltà” della giovane, fresca e soprattutto solidale amministrazione comunale.

Il sindaco Di Stefano quando era all’opposizione, con posizioni diverse : https://www.facebook.com/207115962816293/videos/259281798256634?sfns=mo

La redazione   

Post di Selvaggia Lucarelli

Tra una mail per farsi invitare in tv e i suoi problemi con la Corte dei conti, su Il Fatto oggi ho scritto un articolo che potrei intitolare “Chi è Silvia Sardone”.
Eccolo.

Giovedì sera a Piazza Pulita è andata in onda una delle scene più avvilenti a cui mi sia capitato di assistere in questi tempi già piuttosto barbari per il livello (infimo) del dibattito su italiani e stranieri. Il tema era l’assegnazione delle case popolari a Sesto San Giovanni, roccaforte rossa crollata nel 2017 con l’elezione del sindaco di centrodestra Roberto Di Stefano, che sulla scia di quello accaduto a Lodi con le mense scolastiche, ha di fatto impedito alla maggior parte degli stranieri di avere una casa popolare.
L’escamotage è il solito: si chiede una documentazione che attesti l’assenza di altre fonti di reddito nel paese di origine, ma tale documentazione è di complessa reperibilità e gli stranieri, pur risultando tra i primi in graduatoria, vengono tagliati fuori.
Gli ospiti invitati a dibattere sulla questione erano, tra gli altri, il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano e il consigliere regionale nonché moglie di Di Stefano Silvia Sardone.

Il servizio sulle condizioni di vita di alcuni stranieri a Sesto era impressionante. Rania, egiziana, vive in una stanzetta di pochi metri quadri con i suoi figli di cui uno con la talassemia e la necessità di un trapianto di midollo. Hanno un bagno condiviso con 90 persone, in questa vecchia fabbrica occupata, da cui a marzo tutti dovranno andare via. I bambini raccontano degli scarafaggi che sbucano dappertutto, del freddo d’inverno, dei compagni di scuola che scrivono la lettera al sindaco perché anche loro possano avere una casa di mattoni. Il dibattito inizia con toni normali finché non prende la parola Silvia Sardone, che al grido di “prima gli italiani” inizia a schiamazzare sguaiatamente contro chiunque abbia posizioni orribili, estremiste, anti-democratiche quali “prima le persone” o “restiamo umani”.

Se qualcuno parla, lei fa finta di prendere appunti come i funzionari alle spalle di Kim Jong-un, consulta il telefonino, interrompe con la petulanza della Santanchè e il populismo da bar di Salvini, tant’è che a un certo punto perfino il mite Formigli perde la pazienza e le dice che quei toni sguaiati gli fanno schifo, che non è facile come dice lei avere quella documentazione. La Sardone gli punta il dito contro a suon di “Mi sta dicendo che sto mentendo?”, il pubblico rumoreggia, gli altri ospiti sono annichiliti. Tutti, compreso il marito, che probabilmente pur di scappare dalla casa che condivide con la moglie, farà richiesta di una casa popolare pure lui. (ieri sera abbiamo capito chi dei due è il vero sindaco di Sesto San Giovanni)

Silvia Sardone e Corrado Formigli

Il peggio però deve ancora venire.
L’egiziana Rania, quella col figlio malato, le spiega con calma che per avere la documentazione richiesta dovrebbe spendere 30 000 euro e avere documenti da 27 regioni egiziane. La bionda consigliera si stizzisce: “SIGNORA lo sa che lei sta commettendo un reato perché sta occupando abusivamente una palazzina?”. A nulla serve spiegarle che sta parlando con una donna in difficoltà, con un bambino gravemente malato, che se non fosse impantanata in questa burocrazia strumentale avrebbe diritto a una casa popolare. No, la Sardone continua a strepitare come se il sindaco di Sesto fosse lei e non quel signore accanto, vagamente imbarazzato per via dell’incontinenza verbale della moglie. Corrado Formigli è così disperato che si rivolge a Pietro Senaldi, direttore di Libero, ripeto, di-Libero, chiedendo a lui di riportare un po’ di saggezza sul tema stranieri nella discussione, che è tipo chiedere a Cristiano Malgioglio di riportare un po’ di sobrietà a una festa. Gli domanda addirittura se tutto questo odio non sia pericoloso. Al direttore del giornale “Bastardi islamici”.
E il bello è che Pietro Senaldi, dopo le farneticazioni rabbiose della Sardone, finisce per sembrare davvero Gino Strada. Ora, a parte l’agghiacciante disumanità del teatrino, a parte la tesi ridicola e sottintesa secondo la quale Rania e il marito nasconderebbero trilocali vista piramidi in Egitto per vivere in Italia in un buco con gli scarafaggi giusto per il gusto di fregare gli italiani, quello che fa effetto è il pulpito.

Silvia Sardone, l’italiana integerrima, ex frequentatrice del Circolo del Buongoverno di Dell’Utri, militante in Forza Italia fin da giovanissima (ora fuori da Forza Italia e poco amata perfino dalla Lega che non la vuole), a 27 anni diventò presidente di Afol (Agenzia per la formazione del lavoro) fortemente voluta da Podestà. Qui, tra nomine riservate ad amici incapaci e spese contestate, fece tali e tanti casini che venne denunciata dai revisori dei conti. Proprio la Corte dei conti, a distanza di anni, la ritiene ancora responsabile di un danno erariale di 244 000 euro e l’ha più volte invitata a fornire documentazione in sua discolpa.
Ahimè, la signora che ritiene facile per uno straniero procurarsi i documenti di decine di regioni in Ecuador, fatica a procurarsi dei documenti a Milano. Ma la Sardone è anche colei che quando si diffuse la fake news del bar di Pioltello secondo la quale alcuni marocchini avevano festeggiato dopo l’attentato di Manchester, postò la notizia su fb invitando tutti a condividere.
Quel bar subì un attentato incendiario nella notte. É quella che nel 2014 in piena emergenza profughi fotografò dei bambini che dormivano per terra in stazione e pubblicò tutto su fb gridando allo scandalo. E fu quella che dopo, inviò mail ai programmi tv chiedendo di essere invitata “perchè ho avuto risalto sui media per la foto dei bambini siriani a terra nella sporcizia!”.

Cosa che si è ripetuta anche dopo l’edificante partecipazione a Piazza Pulita. Sul telefono di molti conduttori e autori tv infatti, ieri è apparso il seguente messaggio: “Buongiorno, sono Silvia Sardone, consigliere regionale in Lombardia, uscita da Forza Italia e ora vicina alla Lega. (la Lega lo sa!? ndr) Questa settimana sono stata ospite a DiMartedì e Piazza Pulita, le scrivo per segnalarle che sono disponibile a venire ospite in trasmissione!”. Insomma, è convinta di aver fatto una bella figura. Del resto, c’è chi chiede una casa popolare e chi, forse con la medesima disperazione, cerca di essere popolare e basta.

Fonte: https://www.facebook.com/selvaggia.lucarelli/posts/10156131114270983