Sesto al voto: una storia singolare

di Angelo Gerosa.  Il voto espresso dai sestesi in circa settant’anni di elezioni illustra il comportamento elettorale di un “caposaldo rosso” immerso nel “bianco” Lombardo-Veneto.

A Sesto San Giovanni , negli anni della “prima repubblica”, il PCI fu sempre il primo partito (con l’unica eccezione delle elezioni del 1953 a cui nordmilanotizie ha dedicato un articolo). Oltre quaranta anni di predominio elettorale. Dal 38% dei voti del 1946 (elezioni per la Costituente) al 35% del 1987, passando per lo strepitoso 45,7% delle elezioni del 1976.

La Democrazia Cristiana, terzo partito nel 1946 (26%), secondo nel 1948 (35%) e primo nel 1953 (34%) successivamente conobbe una progressiva e costante flessione, fino al deludente 20,4% del 1987.

Emorragia di voti ancora più netta per il PSI: dal 29,4% del 1946 al 11,8% del 1979. Solo il “nuovo corso” di Craxi riporterà i socialisti ai “più che dignitosi” 18,6% del 1987 e 15,3% del 1992. Sarà il canto del cigno. Comunque, a differenza che in altre parti d’Italia (Milano,Torino, Roma, Napoli, Sicilia) a Sesto al tempo della prima repubblica il PSI non verrà mai sorpassato da “partiti minori”.

Infatti, nonostante il “fenomeno Malagodi”, il Partito Liberale nelle elezioni del 1963 e del 1968 si fermò al 6%, ed i repubblicani di Spadolini nel 1983 al 7,8%. Percentuali buone ma non paragonabili agli exploit conseguiti nella vicina Milano.

Risultati sempre pessimi invece per la destra. Il 1948 vide il MSI (0,5%) ed i monarchici (0,3%) addirittura umiliati dal minuscolo PC Internazionalista di Bordiga (0,7%) e neppure il successo elettorale del 1972 permise al partito di Almirante di andare oltre un misero 5,2%.

Viceversa con i partiti minori della sinistra l’elettorato sestese fu sempre generoso: 7,7% al PSDI di Saragat nel 1948, 4,7% allo PSIUP nel 1968, 5% ai radicali nel 1979, 3,5% a Democrazia Proletaria nel 1983, 4,2% ai Verdi nel 1987.

Le elezioni del 1992 a Sesto segnarono più che altrove la fine della prima repubblica con la brusca flessione dei partiti storici (PCI-PDS al 21% e DC al 15,3%) ed il successo dei nuovi partiti (la Lega Nord secondo partito con il 15,7%, debutto del neonato PRC al 8%).

Nella seconda repubblica il voto sestese si differenziò nettamente dal voto espresso dagli altri territori tradizionalmente “rossi” in quanto Forza Italia divenne il primo partito per ben tre elezioni consecutive: 1994, 1996 e 2001 rispettivamente con il 27,5, 26,6 e 31%.Elezioni in cui anche i post fascisti di Alleanza Nazionale ottennero risultati prima inimmaginabili “nell’ex Stalingrado d’Italia” superando il 9% sia nel 1996 che nel 2001. Episodi elettorali che richiamarono l’attenzione dei mass media che collegarono questa metamorfosi elettorale con l’allora recente chiusura delle grandi fabbriche sestesi.

Il disagio della sinistra fu ben rappresentato dalla parabola del PDS (poi DS): 20% nel 1994, 23,3% nel 1996 e 16,2% nel 2001. Parabola in parte controbilanciata dai buoni risultati degli alleati PRC (7,2% nel 1994 e 10,1% nel 1996) e Margherita (17,4% nel 2001).

Con le elezioni del 2006 i sestesi tornarono a esprimere un voto simile a quello degli anni della prima repubblica con l’Ulivo primo partito (34,6%) davanti a Forza Italia (24%), AN (8,7%) e PRC (8,3%).

Arriviamo così ai nostri anni con il PD di Veltroni e poi di Bersani confermarsi primo partito sia nel 2008 (37,6% contro il 32% del PDL) che nel 2013 (28,3% contro il 20,3% del Movimento 5 Stelle) e le formazioni “minori” della sinistra ottenere buoni risultati (5,3% all’IDV nel 2008 e 4% a SEL nel 2013).