Sesto: muore Gozzoli, l’ideologo fascista

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di Angelo Gerosa.  Sergio Gozzoli era di gran lunga il più noto fascista sestese. Volontario nell’esercito repubblichino all’età di quattordici anni, a venti era già segretario provinciale dei giovani del Movimento Sociale Italiano, partito per cui fu il primo consigliere comunale eletto a Sesto San Giovanni e da cui uscirà negli anni settanta per simpatizzare per la destra extraparlamentare.

A Metà degli anni ottanta Gozzoli e’ in Sudafrica.

Tornato in patria dapprima aderisce alla Fiamma Tricolore di Pino Rauti e poi si sposta su posizioni ben più radicali partecipando alla fondazione di Forza Nuova, formazione che lo candida alle elezioni europee nel 1999 ed a sindaco di Milano nel 1991 (neppure duemila voti pari allo 0,2%: un magrissimo bottino elettorale).

Ma sono le vicende giudiziarie a renderlo famoso alle cronache nazionali: nel 1960 sconta sei mesi di galera per l’assalto alla sede milanese del Partito Radicale, negli anni novanta e’ il più noto indagato in forza della Legge Mancino per “propaganda all’odio razziale”.

Un processo che si fonda sulle pubblicazioni della sua casa editrice “L’uomo libero” (ad inizio articolo riportiamo la copertina di “Le radici ed il seme”, il più conosciuto scritto di Gozzoli) e sulle azioni dei naziskean che sembrano averlo eletto a loro “grande vecchio”.

L’applicazione della Legge Mancino porterà allo scioglimento del gruppo naziskean Base Autonoma ed ad alcuni mesi di carcere preventivo (domiciliare in considerazione dell’età) per Gozzoli che però al processo verrà assolto su richiesta dello stesso PM, in quanto i numerosi scritti sulla superiorità’ della civiltà europea non vengono considerati assimilabili all’odio razziale.

Giudizio per la verità diverso da quello stabilito dalle autorità francesi che, in base alla legislazione antirazzista d’oltralpe, misero all’indice le pubblicazioni de “L’uomo libero”.

Un indagine che non sfuggì a Maurizio Costanzo che, ospite un caricatissimo Gozzoli, vi confeziono’ un suo riuscito salotto televisivo.

Personalmente quello che mi ha sempre meravigliato e’ la grande stima con cui Gozzoli era circondato in città per la sua attività di medico.

Ricordo la storica e superantifascista consigliera di  Democrazia Proletaria del quartiere 1, Bianca Barbieri, che mi stupì moltissimo pubblicando, a pagamento, un annuncio di  riconoscimento per le cure ricevute del “medico fascistissimo” così come non dimentico la testimonianza di un grande dirigente del PCI-PDS che lo omaggiava pubblicamente per una guarigione considerata quasi miracolosa.

Tanta passione per la cura dei propri simili ci porta a sperare che abbia avuto ragione il tribunale che lo ha scagionato dall’accusa di odio razziale e di antisemitismo.