Sesto. Nossa: non toccate l’art. 18

Manifestazione di intenti presentata dal Consigliere Comunale di SEL Moreno Nossa

Manifestazione d’intenti

per non procedere alla modifica dell’articolo 18 dello “Statuto dei Lavoratori”
Il consiglio comunale di Sesto San Giovanni

Visto che:
In Italia, negli ultimi decenni – anche a seguito delle trasformazioni tecnico-economico
produttive e alla crisi – il lavoro è frantumato, diviso in una molteplicità di “mondi del lavoro”,
di tipologie di rapporti (quarantasei sono i tipi di contratti: dai co.co.co ai co.co.pro, alle
partite Iva).

Preso atto
– del dibattito in corso a livello nazionale sul tema della c.d. flessibilità in uscita e, più in
particolare, sul tema delle modifiche che sarebbero da apportare all’articolo 18, legge n. 300
del 1970 (Statuto dei diritti dei Lavoratori) circoscrivendone gli effetti e/o limitandone il
campo d’applicazione;

– che provvedimenti di questa natura sono oggi allo studio del Governo, nell’ambito di una
riforma del mercato del lavoro;

considerato

– che l’art. 18, diversamente da ciò che si dice o si lascia intendere, non impedisce affatto il
licenziamento individuale, ma si limita a prevederne l’inefficacia (ossia l’inidoneità a rompere
il contratto di lavoro) ove detto licenziamento sia privo di una giusta causa o di un giustificato
motivo soggettivo (e cioè attinente alla condotta del lavoratore) o oggettivo (e cioè attinente
alla gestione dell’impresa da parte del datore di lavoro);

– che la conseguenza prevista dall’art,. 18 per i casi di licenziamento illegittimo, è la
reintegrazione del lavoratore illegittimamente licenziato nel proprio posto di lavoro;
– che la possibilità per il giudice di reintegrare un lavoratore illegittimamente licenziato e’
prevista negli ordinamenti di piu’ della meta’ dei paesi dell’Unione Europea, come peraltro
conferma l’indice di rigidità del mercato del lavoro attribuito all’Italia nelle tabelle statistico
comparative dell’OCSE, laddove il nostro Paese occupa la zona mediana della classifica,
insieme a paesi come la Germania e la Francia;

– che tale forma di tutela non esplica effetti soltanto al momento dell’eventuale licenziamento
ma anche e soprattutto nel corso dell’intero rapporto di lavoro, essendo precondizione del
concreto esercizio, da parte dei lavoratori, di ogni altro fondamentale diritto (sindacale,
retributivo, alla professionalità, alla salute e sicurezza sul lavoro ecc.);

– che vi sono elementi che peggiorano la situazione: come la non applicazione dell’art.18 dello
Statuto dei Diritti dei Lavoratori per i neoassunti con contratti progressivi per 3 anni, senza
riduzione o revisione delle attuali 46 categorie di rapporti di lavoro. Inoltre la delega al
Governo per la ridefinizione della normativa a partire dall’art.18 non contiene – in violazione
dell’art.76 della Costituzione – le indicazioni relative ai “…principi e contenuti direttivi…..” a
cui il Governo deve attenersi nell’emanare i decreti legislativi.

– che gli imprenditori non vengono in Italia, non perchè vi sia l’art.18 dello Statuto dei
lavoratori, che costituisca un freno agli investimenti o alla crescita dimensionale delle
imprese; ma bensì perchè le tasse sul lavoro sono più alte che altrove, perchè vi è spesso un
condizionamento della criminalità organizzata, perchè le infrastrutture sono vecchie e
limitate, perchè non abbiamo la cultura dell’innovazione, perchè la giustizia civile è lenta.
chiede al Governo

– di non procedere alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, intervenendo
esclusivamente sulla durata dei processi in materia di licenziamento, e valutando, al
contempo, la concreta possibilità di una estensione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori
alle imprese sotto i 16 addetti, a ridurre un dualismo non più ragionevole ;
– di attuare provvedimenti che comportino, l’estensione dei diritti a quelle forme di impiego
che attualmente ne sono sprovviste;

– come previsto dall’Accordo sottoscritto da Cgil-Cisl-Uil e Confindustria, occorre tradurre in
legge le norme sulle elezioni delle Rappresentanze Sindacali aziendali unitarie e le regole sulla
contrattazione.

impegna

– la Presidenza del Consiglio Comunale ad inviare questo documento al Governo, al
Parlamento e al Presidente della Repubblica.

Moreno Nossa, Consigliere Comunale SEL