Sesto: incitamento all’odio con linguaggio parafascista

mio commento: il momento storico che stiamo vivendo in cui l’intolleranza fomentata verso il più debole da parte di personaggi influenti della politica sta portando molta agitazione da parte di chi crede che il vero problema esistenziale degli italiani sia causato dall’immigrazione. I cittadini si fanno influenzare nei pensieri e nei comportamenti per poi trascendere in parole e atteggiamenti e azioni ingiustificabili. E’ necessario che questa ondata razzista venga in qualche modo arginata e fermata, anche se non si vede nessuna volontà di rinunciare a fomentare l’odio da parte di chi ha effettivamente creato questa situazione. Francamente è diventato molto fastidioso vivere questo momento e inoltre leggere commenti di cattivo gusto che addirittura amplificano problemi legati alla razza e all’esclusione sbandierati da questo fascismo che ha invece il dovere di fermarsi. Mario Piromallo
La Tazzina di Caffè

   ®    Nel momento stesso in cui  i commenti ai post del sindaco diminuiscono, aumentano quelli più grevi.  Animali da tastiera che incitano all’odio, utilizzano un linguaggio parafascista invitando il primo cittadino ad estirpare i pidocchi dalla società, ad annientare i comunisti “sporchi dentro e fuori” ecc.

Un frasario becero, frutto del clima che da un anno si è  instaurato in città. Il rischio che qualche testa calda passi dalle parole ai fatti è reale: a quel punto si rischia di far sprofondare Sesto nel baratro della violenza. Tutto ciò sembra non interessare gli attuali amministratori, presi come sono dal costruirsi consenso facendo leva sulla paura del diverso, sulla discriminazione politica così come sullo scontro elevato a sistema di governo.

Quanto potrà durare tutto ciò? Poco decisamente poco e i risultati saranno devastanti per la città e per gli stessi amministratori, la cui attività senza contenuti, appare sempre più arroccata nella difesa dell’esistere più che nell’essere.

Per la serie: “Contenuto senza metodo conduce al fanatismo, metodo senza contenuto a vuoti cavilli; materia senza firma a un sapere faticoso, forma senza materia a vuote supposizioni”. (J.W. G.)

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