Sacco e Vanzetti diventano un fumetto….

Sacco e Vanzetti

mio commento: trasportare una storia così drammatica, realmente successa, su un fumetto, forse, è un po’ irriguardoso nei confronti dei protagonisti e per tutto ciò che hanno subito. Comunque resta la conferma, se ce ne fosse stato bisogno, di come l’intolleranza e l’odio verso gli immigrati sia messa in risalto, in america, come nel resto del mondo, con atteggiamenti che tendono sempre a un’inquietante sorta di razzismo meschino. Mario Piromallo

Le vite di Sacco e Vanzetti, il graphic novel sembra una puntata di Csi
Il caso giudiziario che negli anni Venti ha scandalizzato il mondo è diventato un romanzo a fumetti. Scritto e disegnato da Rick Geary, maestro della scena indipendente americana

di ALESSANDRA RONCATO

“UNA VICENDA come quella di Sacco e Vanzetti? Certo che si potrebbe ripetere negli Stati Uniti di oggi. Se ci pensi basta sostituire ‘musulmano’ e ‘terrorista’ alle parole ‘italiano’ e ‘anarchico’”. A parlare è Rick Geary, fumettista americano classe 1946, autore di storie e illustrazioni per, tra i tanti, DC Comics, Disney Adventures Magazine, New York Times Book Review, Los Angeles Times e creatore di una serie di romanzi grafici che illustrano gli omicidi e i casi di cronaca nera più inquietanti del XIX secolo. Rick Geary è anche autore del graphic novel Le vite di Sacco e Vanzetti, appena pubblicato in Italia da Panini 9L (80 pagine, b/n, 9,90 euro).

La storia è nota: nel 1920 due immigrati italiani, gli anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, vengono accusati di omicidio e rapina nonostante molti indizi mettano in dubbio il verdetto di colpevolezza che li porterà alla sedia elettrica. Ne seguirono proteste e manifestazioni di piazza e il loro caso negli anni è stato celebrato in letteratura, in musica e al cinema. Ora a tutto questo si aggiunge anche un romanzo a fumetti: “Ho scoperto che questa storia è stata abbastanza dimenticata negli Stati Uniti. Perciò ho pensato di realizzare questo libro, per riaccendere l’interesse delle persone”, racconta l’autore. “In generale, poi, sono attratto dai casi che, anche se ufficialmente risolti, sono ancora circondati da una certa quantità di mistero o controversie o speculazioni. La storia di Sacco e Vanzetti, che fossero colpevoli o meno, rimane un classico caso di ingiustizia americana. Perciò mi è sembrato naturale affrontarla”.

Il volume ripercorre la vicenda, la vita dei due protagonisti e i loro spostamenti, fino al processo e all’esecuzione. Ma Rick Geary non cerca l’approvazione del lettore prendendo una posizione o affidandosi al sentimentalismo. Anzi, dipinge il tutto con cura maniacale dei particolari, affrontando tutti i passaggi come in un volume di criminologia o… come in una puntata di Csi: “Ho cercato di adottare una voce oggettiva, staccata e giornalistica. Per realizzare Le vite di Sacco e Vanzetti ho letto tutti libri che ho trovato a riguardo, il poco tempo che avevo a disposizione mi ha reso difficile consultare fonti primarie come lettere e documenti, così la maggior parte delle volte ho dovuto fare affidamento sul lavoro di altre persone. Ho cercato di essere molto accurato e mi sono impegnato molto nel trovare fotografie, disegni e altro materiale grafico sulle persone e i luoghi coinvolti”. Grazie a questo grosso lavoro di ricerca niente è lasciato all’immaginazione del lettore: i luoghi, i volti, i tentennamenti dei testimoni… tutto è accuratamente illustrato con occhio oggettivo.

Tanto che, anche a volerlo, è impossibile capire quale sia la reale opinione del lettore riguardo la vicenda: “Nel caso di un mistero irrisolto mi piace dare attenzione a ogni teoria, non importa quanto ridicole siano alcune. Anche se cerco di non supportare nessuna teoria personale, è impossibile non averne una. Nel caso di Sacco e Vanzetti sono convinto che, nonostante fossero innocenti, siano stati sacrificati ai pregiudizi etnici e politici del tempo”. E ora che sono passati oltre novant’anni, qualcosa è cambiato nell’atteggiamento degli americani nei confronti degli italiani e degli immigrati? “I vecchi cliché sulla Mafia sono stati largamente abbandonati. Gli italiani arrivati nel corso del XIX secolo sono ormai perfettamente integrati nella società statunitense. Tendenzialmente, però, agli americani continuano a non piacere gli immigrati. Ma, via via che ogni ondata migratoria viene assorbita nella società, la gente sposta il proprio odio verso nuovi gruppi. In questo momento, per esempio, sembrano essere gli immigrati messicani e quelli dell’America Latina in generale”.

fonte: La Repubblica
http://www.repubblica.it/cultura/2014/09/01/news/le_vite_di_sacco_e_vanzetti_il_romanzo_a_fumetti_sembra_una_puntata_di_csi-94801881/?ref=HREC1-37