UN POU PIAN E UN POU ADASI

di Renzo Baricelli

La televisione ha una forza da leone…  Ed è vero. Ha eretto archi di trionfo per Matteo Renzi.

A sentire la televisione Renzi sarebbe l’unico e vero vincitore della partita per la elezione del nuovo presidente della Repubblica che lui avrebbe condotto con grande abilità sgominando tutti: amici e avversari. Come si dice.

A me pare che i fatti sono li a dire che le cose sono andate in modo assai diverso.

Proviamo a soffermarci un momento a vederli per come sono.

Renzi si era impegnato al massimo per costringere una buona parte del PD ad accettare disciplinatamente quello che sarebbe riuscito a concordare con Berlusconi.

Ai dissidenti già venivano anticipate le più pesanti accuse di irresponsabilità, di scissionismo e via di peggio, per tutti coloro che non lo avessero approvato. Ha concesso a chi avesse avuto opinioni diverse di esprimerle ma a patto di votare come Renzi voleva. Altrimenti meglio che se ne andassero .

Forse pensava di riuscire a piegare almeno un parte di coloro che sono in disaccordo con lui all’interno del PD, illudendosi che anche questa volta, alla fine si sarebbero acconciati.

Renzi e Berlusconi avevano annunciato entrambi che al quarto scrutinio avrebbero eletto il nuovo Presidente e Renzi si sforzava di dare un segnale di grande sicurezza. E già veniva detto che se fosse andata diversamente la grave colpa sarebbe stata tutta dei vari Fassina, Civati, Bersani, Cuperlo, Bindi

Quando, ormai a ridosso del giorno delle votazioni, Renzi ha dovuto convincersi che se il PD si fosse rotto la colpa sarebbe stata tutta sua, per avere preferito l’intesa con Berlusconi e il centro destra piuttosto che l’unità del PD.

Allora ha accettato un nome fuori da quelli che venivano prospettati dal patto del Nazzareno.

Vedendo che l’aver cambiato posizione aveva mandato su tutte le furie Berlusconi che addirittura si è messo alla ricerca di una nuova intesa con Alfano che sarebbe dovuto dimettersi da ministro.

Si parlava sempre più esplicitamente di un Renzi incartato e indeciso.

Allora Renzi ha dovuto accettare i buoni consigli e suggerimenti dei suoi oppositori all’interno del PD.

A questo punto il PD tutto ha indicato Mattarella come suo candidato.

L’ “abilissimo” Renzi di fronte alla crescente ira di Berlusconi e di Alfano. Viene accusato di aver cambiato maggioranza, di mettersi nelle mani degli estremisti di Sinistra Ecologia e Libertà.

Renzi non sa più come muoversi, già si accontenta dei voti determinanti di SEL tant’è che non riesce a trovare i modi per convincere il partito di Alfano a votare Mattarella. E siamo già alla vigilia del quarto scrutinio.

E a questo punto qualcuno gli da una mano (si può pensare a Napolitano che non voleva certo vedere fallire ciò che aveva costruito) a uscire dal pericolo di una crisi delle larghe intese e del governo. E sarebbe stato, per Renzi un bel guaio. Forse la fine della sua parabola politica.

In molti si mettono all’opera per evitare il precipizio, si mobilitano per recuperare Alfano e all’ultima ora ci riescono.

Il resto è noto: Sergio Mattarella viene eletto Presidente a grande maggioranza.

Ma Renzi non può illudersi che tutto torni come prima, come se nulla fosse successo.