Napoli: devastato lo sportello anti-violenza dell’associazione Frida Kahlo

Devastato lo sportello anti-violenza dell’associazione Frida Kahlo

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Era già successo altre volte, ma quando le volontarie dell’associazione Frida Kahlo, la Città delle donne di Marano, si sono recate martedì 17 ottobre nella loro sede di via Marano Pianura, si sono trovate davanti una scena raccapricciante.

Non solo un ufficio praticamente devastato, con arredi e scaffali distrutti, documenti e libri a soqquadro, escrementi dappertutto, ma anche il cadavere di un gatto su cui era poggiata una mazza. L’ennesima devastazione avvenuta in un posto diventato punto di riferimento in questi anni per le donne dell’area Nord di Napoli. Quella sede, infatti, ospita uno sportello anti-violenza, “Le porte di Frida”, nato nel ricordo di due vittime di femminicidio del territorio, Fiorinda Di Marino (la maestra massacrata a colpi d’ascia dal fidanzato nel 2009) e Enza Cappuccio (una non vedente uccisa dal marito nel 2012), gemellato con il centro anti-violenza Terra Viva di Qualiano: un luogo per sostenere le vittime di violenza, abusi e maltrattamenti e, quindi, promuovere la cultura di genere.

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“Lo scenario che ci siamo trovate davanti è stato agghiacciante. Ci hanno davvero distrutto tutto, addirittura la porta di ferro dove stava la nostra biblioteca popolare e ci hanno lasciato un gatto morto. Siamo dovute scappare fuori, perché il cattivo odore non riusciva a farci respirare. Siamo scoppiate in lacrime”, raccontano le attiviste. “A seguito dell’ultima vandalizzazione, avevamo sospeso le attività perché di fatto era quello spazio era poco accessibile. Giacché quei locali sono di proprietà del comune abbiamo proposto la messa in sicurezza dei luoghi a carico dell’ente attraverso un protocollo d’intesa”, spiega la vicepresidente dell’associazione Stefania Fanelli. Ma per una serie di ritardi, il protocollo non è mai partito. “Ci siamo stufate. La messa in sicurezza è una esigenza pratica, siamo sotto attacco e non possiamo ritrovarci così di nuovo tra sei mesi”, insiste la Fanelli, che aggiunge: “Questo atto intimidatorio non ci fermerà, andremo avanti”. L’associazione ha anche avuto rassicurazione da parte dell’assessore regionale alle Pari Opportunità Chiara Marciani che solleciterà l’intervento del commissario prefettizio di Marano affinché si possano assicurare nel più breve tempo possibile il ripristino dei luoghi e la messa in sicurezza.

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