Lombardia, Liberi E Uguali: con P. Mezzi cambia il clima

SANITÁ IN LOMBARDIA. PRIMA QUELLA PUBBLICA!

Che cosa ha significato per i cittadini lombardi e per quelli bisognosi di cure il modello sanitario lombardo in questi ultimi venti anni?
In Lombardia, in nome di una presunta libertà di scelta del cittadino e in virtù di un malinteso principio di libera concorrenza, si è di fatto separata la sanità territoriale da quella ospedaliera, dismettendo i servizi territoriali e privatizzando in buona parte la gestione degli ospedali per acuti.
Con la legge regionale 23 del 2015 e le recenti delibere sul governo della domanda e dell’offerta, Maroni ha portato a compimento l’opera di Formigoni affidando al sistema privato buona parte della gestione, anche territoriale, dei pazienti cronici. In questi vent’anni, le leggi e le delibere del centrodestra hanno indebolito il sistema pubblico, a favore del privato convenzionato.

VENTI PROPOSTE PER CAMBIARE*

In Lombardia occorre affidare a un unico ente la funzione di regia complessiva dei servizi sanitari, sanitari-assistenziali e, in rapporto ai Comuni, anche dei servizi sociali, al fine di garantire l’accompagnamento lungo la storia sanitaria di ciascun cittadino e, quando necessaria, la presa in carico continuativa e integrata.
L’Asst può essere l’ente chiamato a svolgere tale funzione, a condizione che, accanto alla possibilità di erogare direttamente i servizi, sia responsabile della negoziazione con gli enti e le strutture del territorio di competenza.

1. Aumentare il finanziamento dedicato alla prevenzione e al comparto socio-sanitario, attraverso un piano di razionalizzazione ospedaliera che ridefinisca la rete dei presidi secondo una logica sovra-distrettuale, con presidi ospedalieri di base, di primo e di secondo livello e intensità di cura, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali e delle forze sociali.
2. Superare la logica delle prestazioni, intervenendo sui tempi d’attesa delle prestazioni stesse, per garantire la tempestività e ridurre la spesa diretta dei cittadini.
3. Implementare l’Osservatorio epidemiologico: serve la programmazione su base epidemiologico-geografica della pianificazione dei servizi, secondo l’evoluzione dei bisogni, non solo medici, ma assistenziali e sociali.
4. Modificare i meccanismi di compartecipazione alla spesa rapportandoli al reddito, con una drastica riduzione per le categorie più disagiate.
5. Facilitare l’accesso alle prestazioni sanitarie delle fasce giovanili (ginecologia, traumatologia, oculistica…) prevedendo ticket che rendano appetibile il ricorso al sistema sanitario regionale, facilitando la loro presa in carico.
6. Potenziare i servizi pubblici di odontoiatria per rispondere ai bisogni di fasce sempre più larghe di popolazione che, per problemi di reddito, non fanno più ricorso alla prevenzione e alle cure.
7. Ripristinare la dimensione di 90 mila abitanti per il turno delle farmacie notturne.
8. Per la piena applicazione della legge 194, occorre definire la percentuale di medici obiettori.
9. Favorire l’interruzione di gravidanza farmacologica a livello ambulatoriale.
10. Rafforzare e potenziare i consultori familiari, come luoghi di ascolto e di attenzione alle fasce sociali deboli, alle madri e agli adolescenti.

11. In materia di cronicità, abrogare la delibera della giunta regionale.
12. Aprire un confronto con i medici di base.
13. Gestire la cronicità attivando presidi socio-sanitari integrati con forti incentivi all’associazionismo dei medici di medicina generale.
14. In generale, occorre valorizzare tutte le figure professionali sanitarie(infermieristiche, tecniche, riabilitative e sociali).
15. Attribuire all’ambito distrettuale la funzione di gestore della presa in carico in cooperazione con i medici di medicina generale e i piani di formazione.
16. Aprire un confronto con il sindacato sul welfare aziendale.
17. Ridefinire i criteri di accreditamento delle strutture private, secondo il principio dell’integrazione e della sussidiarietà alle prestazioni non erogabili dal sistema pubblico.
18. Ridare un ruolo alla Conferenza dei Sindaci.
19. Semplificare e rendere funzionale il sistema informativo-informatico socio-sanitario, a vantaggio dei cittadini e degli operatori.
20. Sviluppare modalità innovative di rapporto tra cittadini, distretti, aziende sanitarie, servizi e operatori  attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e digitali.

* dal programma elettorale di Liberi e Uguali in Lombardia.

Pietro Mezzi

Sono architetto e giornalista professionista. Vivo del mio lavoro di giornalista freelance. Ho ricoperto la carica di sindaco di Melegnano (1994- 2002) e di assessore al Territorio della Provincia di Milano (2004-2009). Attualmente (ottobre 2016) sono consigliere della Città Metropolitana di Milano con deleghe al Territorio, all’Ambiente e ai Parchi e consigliere comunale a Melegnano. Conosco il territorio milanese e i suoi problemi. Da assessore della Provincia ho raddoppiato il numero dei parchi sovra comunali, realizzato 100 chilometri di piste ciclabili, evitato colate di cemento in numerosi comuni. Sto lavorando con i sindaci dell’est milanese per realizzare il Parco della Martesana. Provengo dall’associazionismo ambientalista e nel 2010 ho contribuito a fondare l’Osservatorio Mafie Sud Milano. Ho militato nei Verdi, in Sinistra Ecologia Libertà e ora in Sinistra Italiana. Credo in una sinistra moderna, capace di guardare al futuro e di affrontare le sfide globali. Una sinistra ecologista.