Sinistra Italiana: Ius soli, quando la realpolitik umilia l’umanità

La Redazione

L’ennesimo rinvio sine die dello ius soli in Senato sembra, in realtà, destinato ad affossarlo definitivamente. Eppure non si tratta di una legge di sinistra, ma l’applicazione normativa di un semplice principio di civiltà. Un provvedimento, però, destinato a rimanere schiacciato sotto il peso della vigliaccheria, della presunta realpolitik che insegue la pancia e gli istinti più a destra del nostro Paese.

Il risultato di questo triste balletto, tutto politico, è presto detto. Ottocentomila bambini e ragazzi nati e cresciuti in Italia da genitori stranieri residenti qui da almeno cinque anni, non vedranno riconosciuto il diritto a essere cittadini italiani. Resteranno in un limbo di identità negata, fino al compimento dei 18 anni, come prevede ora la legge, prima di poter verificare la possibilità di ottenere la cittadinanza. Una situazione poco degna di una democrazia e del tutto lontana dalla realtà che ci circonda.

Su la Repubblica di giovedì 28 settembre mi ha colpito, da non credente, l’intervista a un cardinale, l’arcivescovo di Manila, Louis Antonio Tagle, il quale si rivolge con nettezza ai politici cattolici: “Tutti coloro che credono, a maggior ragione se sono politici, come tali non possono chiudere le porte in faccia agli stranieri, ai migranti e ai rifugiati. Il mandato evangelico è chiaro, non ascoltarlo significa tradirlo”. Esortando poi a “concedere senza paura il diritto di cittadinanza”. Messaggi chiari, inequivocabili. Verranno recepiti?

Personalmente faccio fatica a trovare un vincitore politico in questa triste vicenda. Di sicuro la mancata approvazione dello ius soli rappresenta una sconfitta per l’Italia, una scelta ingiusta, miope e finanche pericolosa per gli istinti che asseconda.

È invece molto più agevole individuare i responsabili di questa situazione: chi ha rinnegato la propria storia, i propri annunci e presunti proponimenti nascondendosi poi, nei paraventi di strategie misere e ciniche.

Il Pd, che ha organizzato, nei fatti, a una ingloriosa ritirata coperta dal no dell’alleato Alfano, ma anche i 5 Stelle presentatori, a inizio della Legislatura di una proposta molto simile a questa. Viene da chiedersi: perché hanno cambiato idea?

I due principali partiti, insomma, sono oggi i principali responsabili di questo nuovo e forse definitivo affossamento della legge sullo ius soli, con l’aggravante e non la giustificazione, di uno svergognato appoggio ai principi della legge.

Renzi e Di Maio stanno scegliendo di negare al nostro Paese un’occasione di crescita, nelle tante sfumature che questa parola può avere, e a tanti nostri “concittadini” la possibilità di portare questo nome.

Peppe De Cristofaro
vicepresidente commissione esteri Senato

fonte: Sinistra Italliana

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