Italia: ero a Riace

Sabato scorso ero a Riace, in mezzo alla folla gioiosa e solidale che si è stretta intorno a Mimmo Lucano e alla sua comunità accogliente in una giornata indimenticabile: tantissimi giovani, bandiere di tutti i colori, persone di nazionalità diverse accomunate dallo stesso ideale di giustizia e solidarietà.
Quando Mimmo mi ha accolto nella sua casa ed ho potuto finalmente abbracciarlo, ho sentito in un attimo interminabile tutto il senso delle battaglie che con Possibile, da anni e un po’ solitariamente portiamo avanti: sì, perché essere lì dove il dovere inderogabile di solidarietà dell’art. 2 della Costituzione si fa materia e vita quotidiana, mi ha consentito di cogliere tutta l’urgenza della riforma della Bossi-Fini, che nella XVII legislatura abbiamo tentato di riscrivere, depositando una proposta di legge che introduce canali legali e praticabili di ingresso in Italia, togliendo il terreno da sotto i piedi alla criminalità organizzata e ai trafficanti di esseri umani, moderni schiavisti.
Ma in quei giorni in cui è stato arrestato insieme al sindaco anche un modello di accoglienza diffuso, umano, inedito, sostenibile, positivo, la nota più stonata è stata il gaudio ipocrita del ministro Salvini, il quale, indagato per fatti ben più gravi come il sequestro di oltre 100 persone su una nave italiana, faceva lo spiritoso sulle misure cautelari altrui.
In questi stessi giorni è entrato in vigore il decreto Salvini su sicurezza e immigrazione, il manifesto della propaganda securitaria e xenofoba, su cui lo stesso Presidente della Repubblica ha avvertito l’urgenza morale di ricordare al Governo il doveroso rispetto della Costituzione e delle Convenzioni internazionali.
Andrea Maestri