I Disoccupati non sono “Parassiti Sociali”

Ringraziamo Claudio Baricelli per i preziosi contributi che ci invia. Mario Piromallo

I disoccupati sono diventati ” parassiti sociali” nella vulgata della destra nostrana. In Germania il partito AFD è stato messo sotto osservazione al pari di quelli neonazisti dopo un informativa dei servizi che lo ha definito un possibile pericolo per la democrazia. Sono intercettabili le e-mail degli iscritti e le loro telefonate. Non quelle dei candidati o dei parlamentari, amministratori locali ect…ect. La notizia mi ha un poco meravigliato perché la propaganda della AFD non è molto diversa da quella della Lega e di FDI da noi. KMB

Gli umani tendono a ubriacarsi per sopravvivere alla città dal giovedì al sabato. E’ per via della loro patologia di base, l’essere animali gregari con aspirazioni dittatoriali. Sfogano la loro mancanza di potere decisionale, la repressione a vita dei propri impulsi con tutto quello che altera la loro coscienza, l’alcool è la sostanza che meglio si presta a frustrare frustrazioni.

L’unica trasgressione chimica legale non sottoposta ad alcuna restrizione  assieme al caffè e al tabacco, causa di tutti i mali a dispetto dell’amianto nell’aria la diossina nell’acqua i coloranti che fanno diventare ipercinetici i bambini gli ormoni nella carne o i pesticidi sulle verdure.

Il fumo uccide, anche tutto il resto può farlo.

L’essere umano tenderebbe alla libertà assoluta, la società gli impone il patto con l’autorità dello Stato. Ci si nasce sotto un regime o un altro, non è che un individuo lo scelga.

Attualmente la democrazia, per quanto sottoponga i cittadini a pesanti restrizioni sempre maggiori rese consensuali da una continua campagna mediatica che va avanti da almeno vent’anni improntata all’induzione della paranoia, islam fobia, xenofobia, pauperofobia, rimane comunque la migliore tra le varie possibilità del karma. Mi lascia la libertà di bere due birre, quando ho i soldi, e di scrivere cazzate senza che arrivi per forza una qualche psicopolizia a requisirmi il computer.

Una volta i sovietici avevano il ruolo che oggi ha il tabacco, per combattere contro il vizio del soviet qualsiasi strategia medica, comportamentista, esistenziale, politica o bellica era considerata giusta e tollerabile. Ma il tabacco è un po’ poco per farne oggetto della proiezione dell’odio delle masse.

La xenofobia e l’islamfobia, uniti alla miseria degli autoctoni italico-romanici, generano e giustificano il razzismo, il neofascismo e la violenza contro le minoranze. Omosessuali, immigrati, tossici assortiti. Il meccanismo psicologico di massa funziona. Purtroppo.

Anche la democrazia ha i suoi difetti, devi lavorare. Hanno ceduto il tuo libero arbitrio, la possibilità di fare quello che cazzo ti pare per essere chiari, quando ti hanno iscritto alla anagrafe.

Là e così comincia la schedatura della tua esistenza. In cambio ti si impongono degli obblighi utili, la istruzione minima obbligatoria e gratuita e la possibilità di accedere a cure mediche altrettanto gratuite e minime fornite dallo Stato. Il lavoro dovrebbe essere il terzo obbligo utile garantito. E qui c’è un problema, il capitalismo.

Le leggi della democrazia,  se il codice penale venisse adeguato alla Costituzione essa diventerebbe quasi come il tabacco, non sono conciliabili con le leggi dell’economia di mercato. L’economia capitalista ha per unico valore etico, per unico regolamento e per unico fine il profitto ad ogni costo. Non tollera imposizioni, legifera al posto del popolo. In pratica è una continua rapina, non è una novità, ai danni dei cittadini sempre più ridotti al ruolo di consumatori. Consumatori di qualsiasi cosa, dalle bibite gassate alle ideologie.

Il patto con l’autorità viene violato di continuo dal potere economico e così per l’individuo diventa una truffa perpetua, che peggiora continuamente la sua condizione. Postille, vincoli e restrizioni alle libertà di manifestare per strada, di scioperare senza subire licenziamenti per aver scioperato, di muoversi per il territorio dello Stato senza essere sottoposto a sorveglianza soprattutto.

La libertà di espressione è tollerata, tanto di quello che uno dice importa poco a qualcuno. Dico “ tollerata” e questo rende l’idea dei rapporti di forza all’interno della società. E’ sufficiente scrivere un articolo su un giornale on-line di periferia nel quale non si parla in termini troppo encomiastici della politica di un sindaco un po’ troppo arrogante per vedere partire minacce di querela.

Nei casi peggiori c’è l’intimidazione, la spettrografia delle ammonizioni alla libertà di espressione e va dalla querela alla intimidazione di stampo mafioso…io non tendo all’eroismo. Pensate, che so, se foste nati in Turchia o in Egitto: vi sarebbe andata peggio. Ma questo si chiama giocare al ribasso.

Il capitalismo è al suo apice di potere dopo quasi due secoli, periodo fascista escluso. Il grande capitale finanziario ,il Fondo Monetario Internazionale, è al potere direttamente senza bisogno di intermediari o prestanomi espressi dai partiti politici e quindi, seppur in modo remoto per via di una miriade di condizionamenti continui, senza delegati votati dal popolo.

E’ la differenza tra un governo tecnico e un governo politico.

La limitazione della libertà di manifestare con l’approvazione di decreti legge come quelli Salvini è pesante. Per un blocco stradale si rischiano quattro anni di prigione. Ora, da cittadino consumatore di informazione: fare un corteo senza fare nemmeno un blocco stradale non serve a molto, come dimostrazione è un po’ misera.

Anche non farlo è rinunciare. Per ribadire la pratica di un diritto si rischia di avallare la sua limitazione, può sembrare che si sia accettato l’imbroglio. Sempre meglio protestare che non farlo, l’arbitro è sempre un cornuto e ricordaglielo anche in forme edulcorate dal manganello della repressione è un dovere.

C’è la pandemia e la tecnicità del governo si è allargata fino allo schieramento dei soldati per strada, per un anno per controllarci e farci passare la voglia di imbastire una qualsiasi forma di trasgressione allo Stato di Emergenza, adesso per vaccinarci.

Che l’allestimento di reparti ospedalieri da campo di terapia intensiva da parte dei militari abbia contribuito a salvare molte persone dalla morte per Covid è un fatto.

Viene però da domandarsi come mai in Lombardia, la regione con la migliore sanità PRIVATA del Paese la sanità pubblica sia stata disastrata a tal punto da dover chiamare i militari a costruire reparti ospedalieri in fretta e furia.

Secondariamente l’efficienza di un organizzazione gerarchica basata sull’obbedienza agli ordini impartiti, potrebbe venir fatta sembrare a una buona metà della popolazione la scorciatoia per risolvere tutti i problemi: gerarchizzazione militare sul lavoro, nelle scuole, nella sanità. Gerarchizzazione militare di tutti i rapporti sociali come soluzione di ogni intralcio sindacale, di protesta sociale, delle violazioni del buon costume.

Il patto tra individuo e Stato assomiglia sempre di più a un patteggiamento.

Ora, con un autostrada a quattro corsie spianata verso la restaurazione dell’assolutismo, il capitalismo diventa schizoide e questo è pericoloso : vede il cartello “pericolo, attraversamento diritti umani”, che è stato messo a bordo carreggiata da una sua stessa istituzione, ma il mezzo lanciato al massimo e gli altri cartelli che gli segnalano la vicinanza della meta del potere assoluto lo incita a spazzare via tutto quello che si frappone tra lui e il suo obiettivo. C’è sempre la possibilità che il motore si fonda, ma è remota.

Sarebbe come aspettare che qualcuno si mettesse a camminare sulle acque per sperare in un cambiamento dello status quo.

La democrazia non ha bisogno di Messia ma della partecipazione delle masse al suo funzionamento. Ritmi di vita imposti a chi lavora a passo di cocaina e a chi è disoccupato a passo di valium allontanano il pensiero dello stato di salute della Cosa Pubblica dalla mente collettiva. La diffusione della tecnologia in formato tascabile contribuisce non poco al rincoglionimento della massa e facilita ulteriormente il controllo sociale.

Il “ teleschermo “ che tutti avevano in casa nel romanzo di George Orwell “ 1984” nel libro era una imposizione della dittatura del Grande Fratello, la sorveglianza controllava per lo più i gestori e i burocrati del sistema. I “prolet” erano lasciati stare un po’ più liberi, per loro c’erano la birra ,la lotteria e la propaganda.

Nemmeno la fantasia di uno scrittore così ricco di immaginazione aveva previsto che il popolo si sarebbe messo il teleschermo addosso, in formato portatile con funzioni di interattività sociale e per scopi apparentemente apolitici.

La gente si è schedata da sola e ne sembra soddisfatta, il guaio è che schedano anche chi tiene un po’ più di loro alla propria riservatezza. Io non ho uno smartphone, le scimmie estasiate dagli specchietti parlanti filmano tutto quello che accade per avere la certezza che quello che vedono sia reale , massaggiano, telefonano ininterrottamente per mezzo di dispositivi che, tra le altre pericolosità per la libertà individuale, contengono dei geolocalizzatori.

Per riportarle a una condizione di normale Umanità ci vorrebbe un periodo di disintossicazione dalla tecnologia, sei mesi di vita bucolica, la zappa dalle otto alle cinque. O il piccone, la vanga, questi antichi strumenti mezzi di produzione.

Giornate di lavoro pagate, uniche coercizioni il pernottamento obbligatorio, niente radio o televisione né telefoni portatili spia e l’obbligo di leggere e commentare per iscritto la Costituzione più un altro libro a loro scelta a settimana.

Lo Stato di Emergenza non può durare più di un anno e può essere imposto solo se c’è una guerra o una condizione di eccezionale pericolo per la collettività dovuta a calamità naturali o sanitarie.

Il periodo sta per scadere e il turbo capitalismo investe tutto ciò che gli attraversa la strada, vecchietti in carrozzella e scioperanti perché ha fretta di avvicinarsi quanto più possibile gli riesca all’assolutismo.

La Rivoluzione Francese del 1793 fa loro paura. Anche questo suffragio universale, questa novità del secolo scorso è oramai presentata al pubblico delle scimmie senza peli come un residuato di un passato remoto, i Diritti dell’Uomo e del Cittadino sono additati alla platea che legge, o meglio guarda e ascolta, solo le notizie che gli pervengono dagli specchietti parlanti come anacronistici intralci che rallentano la ripresa dell’economia.

Tra un po’ le scimmie dovranno andare a votare, ci vorrebbero quei sei mesi di disintossicazione culturale dall’ Hi-tech – niente giocattoli tecnologici, nemmeno un film in bianco e nero- prima di farle accedere ai seggi elettorali. Mi sentirei più sicuro.

La repressione sempre più pesante del dissenso e della marginalità sociale lascia pensare a la messa in atto di una condizione prebellica, dove non sarebbero tollerabili disordini in patria.

Va detto che il concetto di “disordini“ è sovradimensionato, la notizia di quattro scritte su un muro – si dice imbrattamento- viene enfatizzata dai media come se rappresentassero un pericolo.

Dalle scritte agli scritti la distanza non è così ampia.

I sondaggi danno l’estrema destra al quaranta per cento. Non mi sento sicuro affatto.

KMB 11/06/2021