Consiglio Metropolitano milanese. Sestodemocratica chiede trasparenza

Il 9 ottobre si terrà l’elezione di secondo livello, ovvero voteranno i consiglieri comunali, del Consiglio Metropolitano milanese.

Nella scorsa elezione la Sindaca di Sesto San Giovanni fu eletta e le venne affidata anche la delega ai servizi pubblici di interesse generale in ambito metropolitano e sembra che alle prossime elezioni la scelta del Pd sia quella di dare il proprio voto alla Sindaca di Cinisello Siria Trezzi facendo così perdere alla città di Sesto una qualificata presenza nell’istituzione metropolitana.

Naturalmente la scelta non è stata resa pubblica, ne’ tantomeno illustrata e condivisa; siamo convinti che sia una scelta grave e che non possano essere queste le modalità con le quali l’Amministrazione della seconda città dell’area metropolitana si debba rapportare con il capoluogo e con la propria cittadinanza.

L’assenza dell’Amministrazione della nostra città è stata evidente nella recente visita a Milano del premier Renzi che ha siglato con il Sindaco Sala il “patto per Milano” dove non una riga è stata spesa per la Città della Ricerca e della Salute e per la soluzione, irrimandabile, degli infiniti cantieri della M1 da Sesto 1° Maggio a Bettola.

Che alla vigilia delle elezioni amministrative la nostra sindaca rinunci ad una presenza e ad un ruolo nella città metropolitana ci appare un grave errore, e ancora più grave ci appare la mancanza di trasparenza del percorso che ha portato a tale decisione.

In queste elezioni del Consiglio Metropolitano anche altre parti della maggioranza che governa la città si distinguono per scelte davvero opinabili: i consiglieri del Gruppo che fa a capo a Alessandro Piano hanno deciso di votare per i candidati del Movimento cinque stelle e davvero qui siamo all’assurdo e alla volontà di cercare consensi esclusivamente per la propria sopravvivenza.

E’ tempo che le forze che governano Sesto smettano di guardarsi l’ombelico e dichiarino apertamente quali intenzioni hanno rispetto alla prossima scadenza elettorale e che si apra in città un serio dibattito sui programmi e anche sulle alleanze in grado di svilupparli e realizzarli, un dibattito aperto e coinvolgente come fu quello che caratterizzò la campagna elettorale del 2012.