Continua la RESISTENZA di Sesto a CasaPound. Fratoianni, in città, firma la petizione

La RESISTENZA a CasaPound a Sesto San Giovanni non si ferma, continua.

Ieri, sabato 12 gennaio, c’è stata una calorosa partecipazione al gazebo organizzato, nella città lombarda, dall’Anpi, e dalle organizzazioni antifasciste. Banchetto che ha previsto la raccolta firme della petizione, sia in internet che nei quartieri, contro l’arrivo dei fascisti a Sesto.

Pronto, anche, il sostegno di  Nicola Fratoianni, Segretario Nazionale di Sinistra Italiana e Deputato Parlamentare di LeU, Liberi e Uguali, che ha firmato la petizione. La gravità della situazione coinvolge quindi i vertici governativi.

Ribadiamo che l’arrivo dei dichiaratamente fascisti nella Stalingrado d’Italia, sponsorizzato dal sindaco Roberto Di Stefano, (Sesto PATRIA della RESISTENZA), non è assolutamente da  sottovalutare.

Oltre a Fratoianni, che ha poi partecipato ad un evento organizzato da Mediterranea, nave che salva le vite in mare; sono intervenuti Lina Calvi, autorevole Presidente dell’Anpi di Sesto San Giovanni e Michele Foggetta, appassionato Segretario SI e comitato promotore LeU, della città.

Ringrazio tutti. Sesto rappresenta un presidio fondamentale per questo paese” Ha affermato Fratoianni: “L’antifascismo non è oggetto di un’esternazione estemporanea, ma deve essere una pratica quotidiana condivisa.  C’è qualcosa che non va in un paese dove un sindaco, in nome di una falsa libertà, concede autorizzazioni a un partito che si richiama al fascismo, e che quindi è dichiaratamente antidemocratico e anticostituzionale. Il sindaco di Sesto ha creato numerosi ostacoli e ha cercato di negare le piazze alle forze antidemocratiche e antifasciste. In questo paese occorre ricordare che i fascisti esistono ancora, occupano le piazze aggrediscono i giornalisti. I fascisti predicano il disprezzo per la libertà e il diritto di tutti. Diventa quindi importante che l’Anpi rappresenti ancora una pratica quotidiana all’antifascismo che va rinvigorita. Il fascismo è un ritorno a un medioevo delle idee che non permetteremo. Si tratta di una destra che si insinua nelle forze di potere che si sta organizzando a livello mondiale molto velocemente”.

“Bisogna ritornare a presidiare le strade e le città”. Ha in precedenza sottolineato Calvi, presentando l’iniziativa e continuando:“Ringraziamo i compagni che hanno firmato la petizione. I 340 sestesi, partigiani delle grandi fabbriche, morti nei campi di sterminio, vengono offesi dalla presenza di questa forza lontana dalla democrazia. Sesto non merita questo sfregio. Sono molto soddisfatta perché quello di oggi è stato anche un momento di unità per forze che si sono un po’ disperse. Il presidio del 18 gennaio, dalle 16 in poi, in Piazza della Resistenza, una piazza finalmente concessa con tanti sacrifici, è stata una faticosissima conquista alla quale abbiamo contribuito tutti. Stare insieme ora è un valore di grande prestigio”.

Ha concluso Foggetta: “ Mi permetto di dire, senza offendere nessuno, che non siamo affatto contenti di essere purtroppo qui. Questo sarà uno dei tanti eventi organizzati dal comitato antifascisti fino al 18 gennaio, quando CasaPound arriverà a Spazio Arte, centro culturale intitolato a uno storico sindaco, partigiano antifascista: Libero Biagi. Ha Spiegato Foggetta nel suo accorato, ma forte e deciso intervento: “Non trovo una differenza tra il fascismo di oggi e quello di ieri che riduceva alla violenza. Non vedo differenza tra i fascisti che hanno ammazzato Gramsci, Matteotti e qui a Sesto San Giovanni i fratelli Casiraghi e i fratelli Cervi. Il sindaco Roberto Di Stefano risponde invece che CasaPound è una organizzazione legalmente riconosciuta. Si tratta, al contrario, di  un’organizzazione non in linea con lo spirito della nostra COSTITUZIONE ANTIFASCISTA. Scelta, QUELLA DELLA GIUNTA, definibile quindi anticostituzionale. La scusa del sindaco è una menzogna perché dovunque ci sia stata una volontà politica di affermare uno scempio del genere, questa cosa è stata fermata. Quindi nella nostra città questa volontà manca. Se viviamo in un paese dove è ancora data la possibilità di parola a forze come CasaPound, a forze come Forza Nuova, viviamo in una democrazia malata. Ripetiamo che la Costituzione dichiara il fascismo non legale. La democrazia è stata scritta dal sangue di chi è salito sulle montagne e di chi ha scioperato nelle fabbriche ed è finito nei campi di concentramento. Venerdì saremo,  in piazza della Resistenza, come pattuito in precedenza, ma poi rettificato, per essere nuovamente pattuito, per una protesta comunque pacifica, per combattere contro queste manifestazioni. Sarà un evento che ricorderà il sindaco Di Stefano, la sua giunta di fascisti dichiarati e non, e quelli che lo hanno votato. E’ una giunta che fa finta di non sapere con chi si stava alleando, ma che lo sapeva benissimo.  Sarà la  prima giornata in cui per la prima volta risponderemo, che se il fascismo è tornato, allora  sono tornati pure i partigiani.  Diciamo insieme: Ora e sempre Resistenza”.

Gli appuntamenti organizzati dalle associazioni antifasciste, per raccogliere ulteriori firme della petizione, che ha raggiunto, ad oggi, più di  7000 adesioni complessive, proseguiranno lunedì 14, dalle 17 alle 19 con un banchetto a piazza Rondò. Sarà presente, alle 17.30, Pierluigi Bersani. Alle 21 Mari Pagani, intervisterà Giuseppe Civati, che presenta il libro di cui è curatote: “Il mare dell’indifferenza”; presso il Centro Culturale Valmaggi, via dei Partgiani 110, sempre a Sesto. Martedì è poi in calendario la presentazione del libro: CasaPound Italia. Fascisti del terzo millennio, di Elia Rosati. Il testo sarà presentato da Antonella Baracca, con il coordinamento di Lina Calvi, presso il salone delle associazioni, in piazza Oldrini 100. Il 16 è previsto l’ultimo banchetto, sempre a Rondò.

Ricordiamo nuovamente il presidio cittadino, il 18 gennaio, finalmente, in Piazza della Resistenza, dalle 16 alle 23.  Sarà un incontro deciso, ma dallo spirito democratico, con musica, testimonianze, reading e ovviamente RESISTENZA.

La redazione

Per firmare la petizione: www.change.org