Bertinotti: governo, populismo, sinistra e lotta di classe

“Qui non è più questione di destra o sinistra, fascismo o antifascismo il conflitto si è spostato tra l’alto e il basso. Il populismo è una risposta alla domanda che viene dal basso della società, cioè da parte degli esclusi, da coloro che sono stati tagliati fuori dalle élites. Il populismo vince per la sua capacità di ricollocarsi a partire dal popolo. Di rispondere alla domanda che viene dal basso. Oggi il populismo ha una consistenza politica di massa e ce l’ha perché i temi, le parole d’ordine che agita sono divenute senso comune. Da qui anche l’idea di sovranismo e di democrazia diretta.Schematizzo ma questa visione basta a vanificare il concetto di classe e archivia definitivamente il ‘900. Attenzione: non elimina il conflitto di classe – la lotta di classe c’è ancora è che la stanno vincendo i ricchi – elimina il connotato di classe nei ceti subalterni e lo inquadra in un conflitto generale tra il basso e l’alto. L’entità popolo diventa l’energia creatrice, la rete diviene la presunta forma originale dell’organizzazione di questo movimento. L’affermazione di questa cultura sul piano politico dimostra infine una cosa: democrazia e crisi sociale durevole non sono compatibili. La sinistra?  Non può dare risposte perché non c’è. Di ciò che era la sinistra oggi resta solo l’ossessione della governabilità. La sinistra ha subito una mutazione genetica con la quale è fuoriuscita dalla società e dal popolo e si è costituita come forza di governo con l’illusione di poter essere l’unica forza di governo possibile”.

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