Austria, il presidente è Van der Bellen

Il nuovo presidente austriaco Alexander Van der Bellen (ansa)

Il nuovo presidente austriaco Alexander Van der Bellen (ansa)

Fonte: Corriere della Sera

«Vincono europeismo e solidarietà»

Il candidato dei Verdi oltre il 53%. Lo staff del populista Hofer ammette la sconfitta

Ha vinto Alexander Van der Bellen. Ha vinto un’idea aperta e inclusiva dell’Austria. Ha vinto il desiderio di mantenerne saldo il legame con l’Europa.

Con un risultato che ha sorpreso tutti per la sua immediata chiarezza, il candidato indipendente alla presidenza della Repubblica, sostenuto da tutto lo schieramento progressista, ha battuto Norbert Hofer, campione della Fpö, il partito di estrema destra, che fino alla vigilia si era mostrato sicuro di poter prevalere.

Secondo le ultime proiezioni, Van der Bellen ha avuto il 53,3% dei voti contro il 46,7 del rivale. Hofer ha ammesso quasi subito la sconfitta: «Sono infinitamente triste per non esserci riuscito, sarei stato felice di potermi prendere cura della nostra Austria», ha scritto sulla sua pagina Facebook, pochi minuti dopo che i primi dati hanno mostrato un ritardo impossibile da colmare.

Quella di ieri è stata la ripetizione del ballottaggio del 23 maggio scorso, che Van der Bellen aveva già vinto per soli 30 mila voti, ma che era poi stato annullato in luglio per irregolarità procedurali nello spoglio dei voti per corrispondenza. Lo sconfitta di Hofer, personaggio controverso per le sue frequenti uscite xenofobe e per la sua appartenenza a una confraternita dell’ultradestra pangermanica, segna una grave battuta d’arresto per i nazional-liberali della Fpö e per il loro leader, Heinz-Christian Strache, che tutti i sondaggi danno in testa in una eventuale corsa per la cancelleria. Se Hofer fosse stato eletto, infatti, Strache avrebbe più facilmente destabilizzato la Grosse Koalition al potere a Vienna e accelerato il suo assalto finale.

«Mi ero illuso che avremmo vinto queste elezioni», ha ammesso Strache, apparso impietrito e sconvolto dal risultato, che pure è il migliore della storia della Fpö. Secondo il leader nazional-liberale, «Hofer è stato vittima di una campagna di paura contro la sua persona». Ha buone ragioni per essere soddisfatto il cancelliere socialdemocratico, Christian Kern. Dopo che il candidato della sua Spö e quello dei popolari erano stati malamente spazzati via al primo turno, i due maggiori partiti austriaci, che nel Dopoguerra divisi o insieme hanno sempre governato il Paese, avevano appuntato tutte le loro speranze sull’ex professore di Economia, candidato indipendente dei Verdi. «È un buon giorno — ha detto Kern —, sono convinto che Van der Bellen rappresenterà egregiamente l’Austria dentro e fuori i suoi confini».

L’elezione dell’anziano professore ecologista e il «senso di sollievo» che provoca in tutta Europa, nulla toglie però alla crisi di socialdemocratici e popolari, logorati da una lunga stagione al potere e per nulla al riparo dal rischio di uno tsunami politico. L’altra faccia della sconfitta di Hofer è infatti la conferma che la Fpö, che ha corso praticamente sola contro tutti, è oggi il primo partito dell’Austria. Che ieri la maggioranza degli austriaci abbia respinto ogni possibilità che Vienna perdesse o allentasse il suo legame con l’Europa, è un fatto. Molto più difficile sarà impedire che sia una destra dura e xenofoba a incarnare il cambiamento in un sistema politico ossificato.