Al cinema LORO 2: la tristezza della maschera

LORO 2 di Paolo Sorrentino

Ci siamo chiesti spesso cosa rimarrà del berlusconismo (o cosa ne ritornerà, visto che proprio in queste ore il Tribunale di Milano gli ha restituito l’eleggibilità), ora possiamo chiederci cosa rimarrà di Loro, di Paolo Sorrentino, che a Berlusconi e al berlusconismo ha dedicato un dittico atteso con grande curiosità e giudicato in maniera contrastata.
Un film epocale, che rimarrà a segnare un’epoca della nostra storia? O un elefante (circa tre ore e mezza di proiezione) che partorisce un topolino?
Viene abbastanza naturale fare i paragoni con altri due grandi dittici del cinema italiano, come Novecento e La meglio gioventù (cha in realtà adattò al cinema la propria origine televisiva). Bertolucci e Giordana raccontavano entrambi una tranchedi storia italiana che comprendeva diversi decenni, con un respiro corale, dove le vicende dei protagonisti si inquadravano dentro il contesto – nel bene e del male – epico della Storia con la S maiuscola. L’opus magna di Sorrentino abbraccia invece un periodo di tempo molto più ristretto, dividendo la propria attenzione in modo disomogeneo tra un gruppo di personaggi arrivisti, che seguiamo per gran parte di Loro 1, e la figura di Silvio Berlusconi, perno indiscusso della seconda parte, intorno al quale si dispongono in posizione ancillare tutte le figure minori, quelle già conosciute e altre nuove.
Berlusconi diventa il motore immobile, l’astro intorno al quale satelliti, pianeti e stelline si dispongono facendo convergere verso di lui amore, ammirazione, invidia, desiderio, devozione, disprezzo, delusione, servilismo, opportunismo. Al ritmo frenetico dell’edonismo vorace e scatenato della prima parte, succede un ritmo più disteso e lento, già inaugurato alla fine di Loro 1 (fin dalla prima apparizione del vero protagonista, inizialmente una figura immobile su una sdraio in giardino, poi una bajadera che lentamente si alza per rientrare in villa, già iconica epitome di un vitalismo giunto ad estenuazione), in cui Berlusconi è al centro di inquadrature ampie e astratte, o protagonista di dialoghi – a tratti didascalici – a due personaggi (e non manca un faccia a faccia Servillo vs Servillo).
Le due linee narrative disgiunte nella prima parte si ricompongono nella seconda…

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