Sesto. PD a congresso

Il Congresso cittadino del partito Democratico si terrà sabato 4 novembre 2017 a partire dalle ore 10 presso l’open space sito al primo piano di Villa Puricelli Guerra in via Puricelli Guerra N. 24 Sesto San Giovanni.

L’avvio dei lavori, dopo il saluto delle autorità e degli ospiti presenti, inizierà con la relazione politica del Segretario uscente Marco Esposito, e con la piattaforma programmatica di candidatura dei candidati alla carica di Segretario Cittadino.

ECCO IL DOCUMENTO CONGRESSUALE

La sconfitta elettorale del centrosinistra nella nostra città ha radici profonde e tutte da analizzare. Nel 2002 festeggiammo la vittoria di Giorgio Oldrini che vinse con una elevata partecipazione al voto: in quella tornata elettorale il voto di 29.124 sestesi ci consegnò la responsabilità del governo della nostra città. Cinque anni dopo le preferenze si assottigliarono ma comunque riuscimmo a vincere al primo turno con 21.606 preferenze. Nel 2012, investiti da vicende cui tanto era vasto il voluto clamore mediatico quanto meramente ristretto e circoscritto era invece il fatto reale giudiziario conclamato e comunque esterno al Partito, riuscimmo a mantenere il governo della città vincendo al ballottaggio con 16.144 voti. Oggi è importante ricordare che sin da quando esplose il così detto sistema Sesto, il nostro Partito ha sempre detto in modo convinto che non è mai esistito nessun sistema e che avremmo atteso con serenità l’esito delle indagini della Magistratura riferiti ai processi che hanno coinvolto importanti personalità della nostra città. Oggi, a seguito delle assoluzioni tra gli altri di Filippo Penati e Giordano Vimercati, possiamo dire di aver avuto ragione. Niente potrà ripagare la nostra comunità soprattutto delle sofferenze umane, ma siamo soddisfatti della positiva conclusione delle vicende giudiziarie. Dalle elezioni del 2002 a quelle del 2012 il nostro consenso in città si era già notevolmente ridotto di 12.980 voti. Alle ultime elezioni il centrosinistra al ballottaggio perde nettamente contro la coalizione di centrodestra che, grazie all’apparentamento con il polo civico di Caponi, raggiunge le 16.062 preferenze contro le nostre con 11.334. Il Partito Democratico, rispetto al 2012 perde, al netto della bassissima affluenza (il 51% dei cittadini sestesi non è andato a votare), 2000 voti. La città, le cui nuove esigenze e necessità non siamo più riusciti ad interpretare ha deciso dunque di imprimere una forte e chiara discontinuità di governo. Le dimissioni del Segretario e della Segreteria, consegnate subito dopo la sconfitta elettorale, non rappresentano quindi solo un atto dovuto, ma una piena presa di coscienza di non aver raggiunto l’obiettivo di essere rappresentativi in città.

E’ evidente come dentro la nostra sconfitta abbiano avuto un forte effetto dinamiche nazionali che hanno influenzato le scorse elezioni amministrative: sicuramente la profonda crisi economica ha colpito i corpi intermedi e quindi anche la loro rappresentanza. Il tema grande dell’immigrazione ha creato nuove e forti paure che il centrodestra (soprattutto la Lega Nord) ha saputo cavalcare con slogan semplici e populisti. A tutto ciò si aggiunge un forte investimento del centrodestra – anche a livello economico oltre che attraverso i mezzi di comunicazione come le tv – sul futuro della nostra città su cui gravitano grandi interessi economici. D’altro canto il centrosinistra, appesantito dalle divisioni locali avvenute durante la legislatura cui si sono sommate quelle nazionali, non è riuscito a compattarsi né a dare un’immagine condivisa e positiva, apparendo debole e frammentato. Anche le politiche tradizionali che compie il centrosinistra quando governa, volte alla valorizzazione del welfare e del sociale che ci hanno sempre caratterizzato positivamente tra i cittadini e che hanno reso Sesto un’eccellenza a livello nazionale, questa volta non sono state foriere di riconoscimento e rappresentanza nella tornata elettorale. Se dunque le questioni nazionali hanno avuto un peso importante, è anche vero che la gravità del risultato ha significato anche un giudizio sull’amministrazione comunale. Se prendiamo ad esempio una città tradizionalmente di centrodestra come Monza, al netto delle dinamiche già citate, la sconfitta da parte di Scanagatti per soli mille voti, ha dato atto di una forte presenza dell’amministrazione e un giudizio comunque favorevole del suo operato. Moltissime persone hanno comunque votato la coalizione di centrosinistra. La grave sconfitta subita nella nostra città con una differenza di oltre 5 mila voti e con una grandissima astensione che ci ha danneggiati, segnalano un tema tutto locale che va affrontato se vogliamo tornare a governare tra cinque anni.

Il lavoro svolto tra partito, amministrazione e gruppo consiliare non è stato probabilmente all’altezza delle sfide che abbiamo affrontato negli scorsi cinque anni. Spesso sono emersi conflitti e incomprensioni che non hanno aiutato nessuno. Il non essere riusciti a risolvere e semplificare conflitti ci ha portato a non esprimere compattezza e condivisione all’esterno, dove spesso sono mancati momenti di confronto con la città. Non siamo riusciti dunque a percepire quanto e con quale profondità è cambiata la nostra società nell’ultimo decennio, mentre altre volte abbiamo provato a dare risposte alle nuove esigenze come se Sesto non fosse mai mutata. Non siamo riusciti a valorizzare, comunicandolo pienamente, il tanto lavoro svolto in una visione ampia e condivisa con la cittadinanza, mentre abbiamo talvolta dato l’impressione di fare operazioni circoscritte e non connesse con le sensibilità e il sentire comune della città. In genere è mancato quasi totalmente l’aspetto della comunicazione; è mancata completamente una strategia di comunicazione generale, sia rispetto alla figura del Sindaco, sia rispetto all’operato della Giunta.

Dal giorno successivo alla sconfitta elettorale si aprono per il Partito Democratico nuovi percorsi e nuove sfide in città. Per questo motivo, dobbiamo imparare velocemente ad avere un nuovo ruolo, ovvero quello della maggiore forza di opposizione. In consiglio comunale dobbiamo essere intransigenti e costruttivi, ma offrendo sempre una precisa idea di città alternativa a quella della nuova maggioranza.

A livello politico occorre invece intraprendere un lavoro importante di tessitura per riannodare i fili ed i legami all’interno della nostra comunità, dandoci l’obiettivo di ricostruire una nuova credibilità del nostro partito, che deve allargarsi e rinnovarsi. Allo stesso modo è importante dialogare con il civismo presente in città, con particolare attenzione a quello che ha deciso di non andare al voto alle scorse elezioni.

Sin dal suo insediamento, la maggioranza di centrodestra ha voluto imprimere una forte discontinuità valoriale in città: non ha voluto partecipare alla commemorazione della strage fascista del 2 agosto a Bologna, ha chiuso lo sportello migranti, ha tolto l’adesione alla rete R.E.A.D.Y., ha chiuso il Centro Culturale Islamico e ha scelto di non essere presente alla manifestazione contro l’atto vandalico al Monumento al Deportato del Parco Nord. Noi dobbiamo combattere contro questa deriva in modo forte e netto mettendo in risalto il nostro sistema di valori e il nostro modo di essere comunità, contro un’amministrazione che divide la città, escludendo intere parti di essa dal sistema dei diritti. Di questa deriva è complice anche la Lista Civica Sesto nel Cuore. Nei numeri di maggioranza hanno effettivamente una forte rappresentanza in consiglio comunale e in giunta, nei fatti lo schieramento di governo in queste sue prime scelte è fortemente schierato a destra. E’ molto utile ricordare che lo scorso 25 aprile i civici si sono presentati al loro elettorato sottoscrivendo e presentando pubblicamente una carta dei valori lontanissima anni luce da queste prime decisioni amministrative.

Noi oggi abbiamo il compito di riattivare il dialogo con associazioni, comunità religiose, corpi intermedi e partiti del centrosinistra che si ispirano ad un senso di comunità solidale e inclusiva. Altrettanto auspichiamo si possa allargare questo dialogo anche alle realtà economiche che compongono il nostro tessuto cittadino. Per raggiungere questi obiettivi non è sufficiente declinare e contrapporre tout court i nostri valori contro i loro: dobbiamo essere capaci di prenderci cura delle nostre radici, che non dobbiamo considerare come dei totem, affinché possano essere strumenti utili a costruire un’idea di città rinnovata, credibile e attuale.

Abbiamo costruito un buon programma, che vogliamo mettere a disposizione durante il percorso che faremo con la società sestese. Occorre ripartire da quella elaborazione, rimanendo però sempre in sintonia con i cambiamenti e le mutazioni repentine del territorio, aprendoci a nuove idee e ispirandoci sempre di più ad una visione metropolitana dentro cui costruire rinnovate proposte politiche.

Mettiamo a disposizione per la discussione che partirà dalla fase congressuale, le seguenti priorità:

– Riqualificazione urbana: crediamo che la sicurezza dipenda anche da quanto la città è “vissuta”, nelle ore serali ma non solo. Siamo convinti che occorra dare priorità ai temi ambientali. Siamo convinti che una città viva sia strumento efficace di prevenzione della microcriminalità. Parallelamente, riteniamo che la sicurezza sia un diritto di ogni persona e chi guida una città ha il dovere di garantirla a tutti suoi cittadini. Partendo da qui ci batteremo contro un’idea di sicurezza espressa dal centrodestra che si basa esclusivamente sulla paura e che non è in grado di offrire risposte credibili. Non è un caso se degli oltre 100 DASPO richiesti alla prefettura, nemmeno uno ha avuto seguito. Per il Sindaco, il tema della sicurezza serve solo a costruire un’immagine da sceriffo, dietro la quale non c’è niente altro: oltre ad avere pessimi risultati, spreca forze e soldi della nostra comunità per i propri fini elettorali.

– Welfare: La nostra città è cambiata nella composizione sociale e demografica, negli stili di vita, nelle condizioni di lavoro e nei bisogni, per questo noi continueremo a difendere la qualità dei nostri servizi, perché noi crediamo nell’equità e ci batteremo contro le diseguaglianze che vuole costruire il centrodestra. Ci opponiamo quindi alla loro idea di welfare, che vuole abolire i servizi ed aumentare i costi. Non è così che si promuove la coesione sociale.

– Sesto e città della ricerca e della salute: Dobbiamo tornare a parlare di questo tema togliendo il dualismo con cui è stata percepita questa decisione politica. La città della ricerca e della salute è un progetto di trasformazione e di sviluppo economico di Sesto e non di una parte di città.

Durante il congresso sarà importante parlare di noi. Questa segreteria, a partire dal suo insediamento, ha dovuto affrontare temi delicati ed importanti, soprattutto a livello economico che hanno purtroppo avuto anche ripercussioni politiche. Durante il nostro lavoro, siamo riusciti a sanare la maggior parte dei debiti, anche attraverso scelte sofferte. La chiusura di Nuovasesto e del circolo Iotti hanno rappresentato senza dubbio le pagine più sofferte del nostro mandato. Abbiamo provato a rilanciare attraverso la costruzione di una nostra free press – PDNEWS – che però abbiamo dovuto bruscamente interrompere per la sua insostenibilità economica. Abbiamo in ogni caso fatto molte iniziative e lasciamo in eredità una discussione importante in cui – forse per primi – abbiamo trattato in profondità il tema della città metropolitana, unica via per la nostra città per guardare al futuro con positività. In tal senso, il percorso che ci ha portati nel novembre del 2015 alla Conferenza Programmatica ha avviato una discussione profonda e proficua che è stata la base per la costruzione del programma elettorale del Partito Democratico. Anche i circoli hanno contribuito a questo lavoro, attraverso percorsi che hanno prodotto documenti importanti come quello sulla smart city e hanno costruito iniziative sul territorio che hanno permesso ad esempio al circolo Berlinguer di vedere riconosciuto il proprio impegno nell’aumento del numero degli iscritti. Il circolo Torretta si è invece caratterizzato in attività culturali importanti, attraverso la discussione di vari temi di attualità. Abbiamo lavorato con la zona nord, creando rapporti forti di collaborazione e allo stesso modo abbiamo costruito percorsi di attività comuni con la Federazione Metropolitana di Milano, che ringraziamo per il supporto umano e organizzativo durante il ballottaggio. Il 2018 ci vedrà impegnati nel doppio appuntamento delle elezioni regionali e politiche. Ciò rappresenta una sfida nella sfida: dobbiamo tornare ad essere protagonisti e dimostrare che Sesto è una città che ha ancora molto da dare come comunità capace di essere inclusiva, aperta e propositiva nel rispetto delle regole.

E’ una sfida che tutto il nostro Partito deve accogliere con entusiasmo e grande energia a tutti i livelli. Insieme possiamo farcela, insieme possiamo tornare tra cinque anni a governare la nostra Sesto San Giovanni.

Documento Congressuale approvato dalla Assemblea Cittadina