Morto Gelli: un potente… venerabile o megalomane?

Inquietante: proprio l’altro ieri ho pensato: chissà quando muore…

Ecco un paio di cosette interessanti lette sulla stampa di oggi

“A 18 anni si arruolò come volontario nelle “camicie nere” di Francisco Franco in Spagna. Fu fascista, repubblichino e poi partigiano. Il 16 dicembre 1944 sposa Wanda Vannacci dalla quale ha 4 figli. Dopo la guerra si trasferisce in Sardegna e in Argentina, dove si lega a Juan Domingo Peron e Josè Lopez Rega. Nel 1963 Gelli si iscrive alla massoneria. Nel 1966 il Gran maestro Giordano Gamberini lo trasferisce alla loggia “Propaganda 2”, nata a fine Ottocento per permettere l’adesione riservata di personaggi pubblici. Nel 1975 si decide lo scioglimento della P2, che però grazie a Gelli, che da segretario diviene gran maestro, rinasce più forte e allarga i suoi tentacoli in ogni ramo del potere”. (Il Fatto Quotidiano)

“Gli ho parlato una sola volta, al telefono, più di dieci anni fa. Chiamai il numero della casa ad Arezzo per un’intervista, l’apparecchio suonò un paio di volte, poi qualcuno rispose. «Pronto, vorrei parlare con Licio Gelli», dissi. Dall’altra parte un lungo silenzio, poi quella voce: «Non è in casa». Io, stupito: «Ma scusi, Gelli è lei, la riconosco!». E lui: «No, guardi, non sono io». E mise giù. A me venne in mente che l’attore Alighiero Noschese, il primo imitatore della tv italiana, era stato affratellato alla loggia P2, si diceva che falsificasse le voci nelle telefonate del Venerabile, fingeva di essere un ministro o il presidente del Consiglio. E anche lui all’epoca si era inventato un’altra identità, al telefono si faceva chiamare dottor Luciani, per paura delle intercettazioni. E pensai che questo era, prima di tutto, Licio Gelli. Un bugiardo. Un megalomane di provincia che solo le circostanze – la guerra fredda, l’essere l’Italia un paese di frontiera tra l’Ovest e l’Est, in un brulichio di spie, affaristi e politicanti – avevano potuto trasformare in un uomo potente.” (La Repubblica)