Elezioni Europee: l’effetto altalena

Elezioni europee: l’effetto altalena.

di Angelo Gerosa

Le elezioni per il parlamento europeo di dieci anni fa, in Italia, segnarono la forte affermazione del centrodestra, che su 72 europarlamentari ne elesse 43: 29 al PDL di Berlusconi, 9 alla Lega Nord di Bossi e 5 all’UDC di Casini.

Cinque anni fa gli eurodeputati del centrodestra scesero a 21 (13 FI, 5 Lega e 3 UDC) ed a beneficiare della debacle furono il PD, che passò da 29 a 39 seggi, ed il Movimento 5 Stelle che elesse 17 deputati, assorbendo, di fatto, l’elettorato IDV che nel 2009 elesse 7 eurodeputati, con un 8% che nel 2014 si ridusse allo 0,6%.

Ora, stando ai sondaggi, come sempre da prendere con le pinze, ci attende una nuova risalita del centrodestra che, con 37 seggi tornerebbe, quasi ai livelli del 2009, a discapito sostanzialmente, del PD (25 seggi alla Lega, 18 al M5S, 17 al PD, 8 a FI,  4 a Fratelli d’Italia ed 1 alla SVP.

Particolare la performance della sinistra, sempre alle prese con il superamento della soglia del 4%. Nel 2009 il 7% (3,4 PRC, 3,1 SEL e Verdi e 0,5 PCL) non diede eletti. Nel 2014 il 5% (4 Lista Tsipras, 1 Verdi) diede 3 eletti. Ora, stando ai sondaggi, la conferma del “tesoretto elettorale” del 5%  tra “La Sinistra” e Verdi, potrebbe non bastare, e ambedue le liste potrebbero non superare il 4%.

Un occhio alla situazione economica può aiutare a comprendere “l’effetto altalena” del voto italiano per l’europarlamento.

Nel 2009, con la crisi iniziata da poco, l’ottimismo del centrodestra (allora al governo), che prometteva un indolore suo superamento, ebbe grande presa sull’elettorato.

Nel 2014 dopo oltre cinque anni, si sperava finalmente nell’uscita dalla crisi, ed i programmi di forte cambiamento, condensati nella “rottamazione/riforma del quadro politico/istituzionale” di Renzi e nel “Vaffa” di Grillo ebbero successo.

Ora l’ottimismo del 2009 e la speranza del 2014 hanno lasciato posto alla paura che l’uscita dalla crisi sia ancora lontana e, ci si attrezza a sopravvivere ad un’infinita guerra tra poveri. In questo quadro il ritorno del centrodestra, confermato da ogni recente elezione regionale, cela una totale metamorfosi, dal patinato ottimismo di Berlusconi al cinico egoismo di Salvini.

Purtroppo pare che l’ora della pretesa di una maggiore giustizia sociale non sia ancora scoccata, ed il partito più votato dai ceti popolari rischia di essere ancora l’astensionismo (35% nelle elezioni del 2009, 43% in quelle del 2014).

Ma la speranza è sempre l’ultima a morire !

Nota in attesa della Brexit i seggi spettanti all’Italia restano 73, a Brexit ufficializzata entrerebbero in parlamento altri  3 eurodeputati (i primi dei non eletti).

Redazione